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Cronaca

Marcia della Pace e polemiche, Lotti snobba i veleni: "Dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica"

"A tutti i responsabili della politica nazionale e internazionale: dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica. Solo attraverso la politica, attraverso gli strumenti della politica, del negoziato politico, del dialogo, anche difficile, anche sui punti più controversi, più duri, solo così sarà possibile fermare questa spirale sanguinosa ed estremamente pericolosa". Flavio Lotti, promotore della Marcia della Pace straordinaria del 24 aprile, non cede alle polemiche e alle accuse di non fare differenze tra aggrediti (Ucraina) e aggressori (Russia) e di non appoggiare l'invio di armi per la "resistenza". Il duro attacco di quello che un tempo era un giornale amico, La Repubblica, fa male ma al quale si deve rispondere con la proposta pacifista.

"Oggi abbiamo bisogno di cercare di fermare la guerra e non di fare polemiche. Le polemiche sono solo la coda di una campagna di denigrazione e di attacchi che vengono condotti ormai da due mesi a tutti coloro che pronunciano parola pace, partendo da Papa Francesco" ha continuato Lotti  "Mi dispiace di tutto questo, sono rattristato perché non è un bello spettacolo: ci sono persone che si prestano a questo tipo di operazioni però non sono sorpreso, questa è la spirale della guerra".

"Questa una delle ragioni principali - ha concluso - per cui noi abbiamo organizzato questa marcia, naturalmente la prima è la solidarietà con il popolo ucraino, ma anche con le vittime di tutte le altre guerre che continuano indisturbate e ignorate nel mondo, perché abbiamo il dovere di fermare questa guerra ma dobbiamo fermare anche le altre".

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