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Cronaca

Una prestigiosa collezione al Museo Archeologico dell'Umbria: ecco il "tesoro" di Bellucci

La parte più interessante fu realizzata tra il 1870 e il 1920. E'uno dei lasciti materiali più importanti di quel grande movimento scientifico e intellettuale che fu l'evoluzionismo

I soldi li hanno trovati: in parte dal Ministero, ma anche grazie alla cospicua offerta di un privato. La collezione di amuleti di Giuseppe Bellucci, al Manu (Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria), apparirà finalmente nella sua forma più smagliante.

La parte più interessante dell’imponente mole di materiale fu realizzata tra il 1870 e il 1920 e costituisce uno dei lasciti materiali più importanti di quel grande movimento scientifico e intellettuale che fu l'evoluzionismo, a far capo dalla seconda metà dell’Ottocento.

“Siamo riusciti nell’intento – afferma la direttrice Luana Cenciaioli – e inaugureremo con un evento di particolare appeal: la conversazione sugli amuleti dell’antropologo Giancarlo Baronti, autore di apprezzatissimi studi in materia”.

La conferenza era già stata annunciata tempo fa, ma fu rinviata per abbinarla all’auspicato restyling della collezione. O meglio: si decise di attendere un’accurata messa a punto della sala e dei contenitori in cui sono esposti oggetti scaramantici provenienti da varie parti del mondo.

Questa prestigiosa collezione, infatti, si presentava in tono minimale, decisamente inferiore all’importanza storica e scientifica che riveste: le bacheche erano dimesse, alcune senza illuminazione. L’insieme dava un’idea di precarietà, al limite del poco dignitoso.

Ora il “miracolo” è avvenuto e Luana Cenciaioli può trionfalmente annunciare (con discrezione, come suo costume, ma anche con legittimo orgoglio) che il prossimo 13 ottobre ci sarà l’agognato avvenimento. “Venerdì 13 alle 17”, dice scherzando. “Data e orario più scaramantici non si potevano trovare”. Non c’è che dire: un evento cui sarebbe colpevole mancare. Tanto la jella non può nuocere: con tutti quegli amuleti in mostra. 

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