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Cronaca

Manifesti anti.aborto a Perugia, scatta la polemica: "Migliaia di mail al sindaco per farli rimuovere subito"

Dopo le polemiche a Roma, rimossi, ora ne sono sono stati affisi ben 6 a Perugia e il popolo si divide...

I manifesti anti-aborto del movimento pro-vita dopo essere stati rimossi dalle strade romane, al seguito di una forte mobilitazione a sostengo della legge 194, sono sbarcati a Perugia. Sei maxi poster con al centro un feto e lo slogan "sei qui perché tua mamma non ti ha abortito" sistemati - affissione secondo legge - in luoghi strategici della città. Sono bastati pochi scatti fatti circolare su internet a sollevare, come a Roma, negli ambienti della sinistra e delle associazioni femministe una campagna anti-manifesto con tanto di indicazioni a scrivere al comune per farli oscurare o togliere del tutto. Una proposta che porta la firma dell'associazione Non Una di Meno - Perugia. Ecco il testo che si chiede di inviare tramite mail o di incollare sulla bakeca facebook del Comune di Perugia. "Chiediamo a tutt* di copiare ed incollare il messaggio che segue sulla bacheca del Comune di Perugia e di inviare una mail a urp@comune.perugia.it per richiedere la rimozione immediata di questi cartelli. Più saremo a scrivere più sarà chiaro il nostro messaggio di dissenso!"

"Come in precedenza hanno fatto le compagne romane, così anche noi chiediamo all'amministrazione comunale di Perugia di eliminare i cartelli raffiguranti un feto e "la depressione di abortire" dalle vie della città". Il motivo di questo bisogno di oscurare il manifesto? Semplice boicotta una legge dello Stato e va contro i diritti delle donne. Questo sempre secondo le associazioni femministe. uesto "metodo" comunicativo oltre ad essere estremamente VIOLENTO nei confronti delle donne tutte mira evidentemente ad un coinvolgimento dell'OPINIONE PUBBLICA piuttosto che al millantato supporto che queste associazioni si offrono di erogare. 

"Sono inoltre un insulto a tutt* coloro che professionalmente sono impegnat* nell'educazione, nel sociale in generale e nella sanità, professionist* che quotidianamente cercano di dare forme adeguate al dialogo e alle consulenze con la cittadinanza. Queste affissioni sono inutili e DANNOSE oltre ogni misura. A 40 anni dall'entrata in vigore della legge 194 che regola le 'Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza', che per la prima volta in Italia depenalizza e disciplina le modalità di accesso all'aborto, considerato fino a quel momento un reato penale, questi cartelli sono un vero e proprio attacco ad un diritto acquisito grazie alle lotte femministe".

Nessun passo indietro dell'associazione pro-vita che sulla pagina di Fb scrive orgogliosa e battagliera: "A due passi dal centro storico di Perugia, il maxi manifesto di ProVita continua a parlare alle coscienze. Sono in tutto sei le gigantografie affisse in punti strategici del capoluogo umbro. L’iniziativa per la vita prosegue, le censure alla Raggi risultano ogni giorno più assurde e ingiuste". Per i supporter del movimento pro-vita i cartelloni sono "informazioni a favore delle donne sui rischi dell'aborto".

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