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Cronaca

Costringe la moglie a un rapporto sessuale violento e le provoca un aborto: marito a processo

L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia. Le liti scatenate dall'abuso di alcol e dal gioco d'azzardo: utilizzava la disoccupazione per giocare alle slot

Picchia la moglie, la costringe a rapporti sessuali violenti e la maltratta in presenza dei figli minori. Comportamenti aggravati dall’abuso di alcol che hanno reso impossibile la vita alla donna e ai figli.

Un uomo di 55 anni, difeso dall’avvocato Sylvia Piazzoli, è finito davanti al Collegio del Tribunale penale di Perugia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia perché “nel corso della convivenza coniugale” avrebbe posto in essere “condotte reiterate, animate da futili motivi e il più delle volte dettate dalla volontà di contrastare la moglie che si opponeva al suo vizio di giocare alle slot machine, percuotendola con schiaffi e pugni”.

Nel corso delle liti l’uomo avrebbe anche offeso la donna e insultato i suoi familiari, “costringendola ubriaco, a subire contro la sua volontà un rapporto sessuale violento, tale da provocarle una emorragia, sbattendola a terra, dandole calci, pugni sul volto e sul corpo”.

Dopo la violenza l’uomo le avrebbe detto che “l’avrebbe lasciata morire là a terra perché lo meritava”, sottoponendo la donna “a un clima di vita intollerabilmente lesivo della sua integrità psicofisica, instaurando un clima di terrore per lei e per i suoi figli”.

L’imputato tunisino, è anche accusato di violenza sessuale per aver costretto la moglie a subire “contro la sua volontà” un rapporto violento, dopo il quale la donna era costretta a ricorrere alle cure ospedaliere.

Nel corso del procedimento è emerso che la violenta lite era iniziata dopo la richiesta di denaro da parte della donna che “doveva pagare la bolletta del gas” e quando l’uomo aveva risposto di non averli, la stessa gli aveva fatto notare “che due giorni prima aveva giocato alle macchinette slot machine”. Soldi che l’uomo aveva incassato come indennità di disoccupazione.A quel punto l’uomo aveva iniziato “a minacciare la moglie, dicendole ‘ti ammazzo’, sbattendola a terra e colpendola ripetutamente sulla testa con i piedi”.

La donna, costituita parte civile tramite l’avvocato Maurita Lombardi, aveva raccontato “di essere stata vittima nel tempo di numerosi episodi di violenza da parte del marito, dedito all’alcol e al gioco”. Violenze alle quali avrebbero assistito anche i figli.

In riferimento alla violenza sessuale, inoltre, era stata la datrice di lavoro a portarla dal ginecologo a seguito dell’emorragia intervenuta dopo il rapporto sessuale non voluto. Per la ginecologa l’emorragia poteva essere stata causata da un aborto a seguito del rapporto violento.

La datrice di lavoro aveva riscontrato anche in un’altra occasione delle lesioni a un braccio della donna. Nel corso di quell’aggressione due figli della coppia erano intervenuti per bloccare il padre, senza però riuscirvi.

L’uomo, oltre che indagato e processato, era stato anche raggiunto da un ordine di allontanamento dalla casa familiare, con divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie.

L'uomo è stato condannato a 7 anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 25mila euro.

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