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Omicidio Castello, per i giudici Federico non è un killer spietato: no ai maltrattamenti

Ieri i Ris sono tornati sul luogo del delitto. Dopo verifiche più accurate sono emerse tracce del sangue di Anna Maria sulla maniglia della porta della camera di Federico e su un suo accappatoio

Resta in carcere Federico Bigotti, il giovane di 21 anni accusato di avere ucciso a coltellate la madre Anna Maria Bigotti lo scorso 28 dicembre nella loro casa di Varesina. Il tribunale del Riesame si è pronunciato oggi per la seconda volta, dopo aver accolto in prima istanza la richiesta di scarcerazione per un errore procedurale eccepito dai legali del giovane, Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio.

Aggravanti – Il tribunale del Riesame, presieduto da Giuseppe Narducci (a latere Luca Semeraro e Matteo Vetola), ha però accolto parzialmente la richiesta degli avvocati Areni e Bochiccio, valutando in sede di camera di consiglio che non vi sono i presupposti per addebitare a Federico Bigotti le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Cadute anche le accuse di maltrettamenti Il giovane, qualora avesse ucciso la madre, per i giudici non avrebbe quindi compiuto il gesto con crudeltà e in un contesto di maltrattamento nei confronti della donna. Resta invece l'aggravante della consanguineità. Il 21enne avrebbe commesso “il fatto in danno dell'ascendente” come si legge nel dispositivo emesso dalla Corte.

Motivazioni – Non sono ancora note le motivazioni dei giudici del Riesame, unica cosa certa è che l'accusa dei maltrattamenti, contestata insieme al reato di omicidio dalla procura di Perugia, si basava sulle dichiarazioni del padre, del fratello e della cognata che avevano raccontato, in sede d'indagine, di alcuni litigi avuti tra il giovane e la madre. Per quanto riguarda, invece, la crudeltà come è ormai ben noto, dopo la sentenza Parolisi, il numero di colpi inferti sulla vittima non sarebbe sufficiente per contestare la crudeltà al presunto assassino.

Incapacità di intendere e volere – Il giovane si trova ancora rinchiuso nel carcere di Piacenza, dove un'equipe medica sta valutando la sua capacità di intendere e volere. Al momento il ragazzo non è stato ancora visitato dal medico di parte. Nei prossimi giorni dovrebbe comunque essere effettuata una perizia anche da quest'ultimo.

Nuove prove – Ieri i Ris sono tornati sul luogo del delitto. Dopo verifiche più accurate sono emerse tracce del sangue di Anna Maria sulla maniglia della porta della camera di Federico e su un suo accappatoio.

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