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Cronaca

Genitori chiusi in camera per paura del figlio: a giudizio per aver maltrattato e derubato la coppia

L'imputato era stato anche raggiunto da un divieto di dimora nello stesso stabile, poi revocato durante le indagini

Genitori costretti a chiudersi in camera da letto per dormire tranquilli ed evitare la paura di quel figlio che chiede soldi di continuo.

Chiusi in casa per paura di essere rapinati e picchiati. Era già successo una volta ed è finito nel capo d’imputazione che ha portato in tribunale un 48enne accusato di maltrattamenti in famiglia. L’uomo era stato destinatario di un divieto di dimora nella stessa abitazione con i genitori (misura poi revocata).

L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Gallo, è stato rinviato a giudizio per avere spinto a terra l’anziano padre, disabile e malato, e di avergli rubato il portafoglio con 350 euro, per aver maltrattato anche la madre e per aver utilizzato la carta del genitore e prelevato 600 euro dal conto corrente.

Secondo la Procura di Perugia gli anziani genitori erano così “spaventati dal suo atteggiamento”, dalle “pressanti richieste di denaro” e per “l’imprevedibile comportamento” del giovane che “alzava la voce”, da chiudersi “a chiave nella camera da letto durante le ore notturne”. Il padre si sarebbe rinchiuso in mansarda o in bagno “ogni volta che il figlio rientrava a casa”.

Il processo a carico del giovane inizierà il 5 maggio davanti al Collegio del tribunale penale, ma il difensore si dice certo di poter provare, nel corso dell’istruttoria che si tratta di “eventi di natura episodica” e di poter ridefinire le accuse.

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