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Cronaca

Maltempo/3 La peggior estate per i campi: "Grano e vino… sarà un raccolto drammatico"

Gli agricoltori umbri, come gran parte dei colleghi del resto del Paese, sono alle prese con una situazione drammatica per le proprie colture. Il quadro è davvero drammatico soprattutto per i cereali. Ecco cosa sta accadendo dopo queste piogge senza fine

Le piogge senza fine di questo 2014, in particolare in estate, stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura di casa nostra. Addirittura in alcune zone dell’Umbria il raccolto di cereali potrebbe essere uguale a zero e anche la produzione di vino rischia di essere bassissima e con una qualità non certo di primato. L’allarme e l’analisi porta la firma dell’associazione degli agricoltori Cia.

“Anche in Umbria – ha spiegato Domenico Brugnoni - stiamo accertando enormi problemi a cereali, vigneti, tabacco, patate ed altre colture ortive, causati dai ripetuti attacchi fungini che stanno mettendo in ginocchio le produzioni, con particolare aggravio per quelle biologiche. Il danno è molto pesante sia per la quantità che per la qualità delle produzioni, fortemente compromessa dall’eccesso di umidità, dall'invasione di erbe infestanti e dagli attacchi patogeni.”

Le previsioni meteo non buone per i prossimi giorni potrebbero aggravare ulteriormente la situazione già drammatica per le produzioni cerealicole che “si traduce in rese tra le più basse degli ultimi 10 anni determinando addirittura la perdita dell'intero raccolto in molte aree interne della regione”.

“Crediamo che anche in Umbria, – conclude il presidente Brugnoni - dove sono tante le imprese agricole ancora in attesa di ricevere i risarcimenti per le alluvioni degli anni scorsi,  l’andamento climatico anomalo debba essere ormai considerato a tutti gli effetti alla stregua di un evento calamitoso; pertanto non solo sarebbe necessario verificare se ricorrono le condizioni per decretare lo stato di calamità e indennizzare gli agricoltori colpiti ma occorre prevedere fin da subito appropriate  misure di difesa e di sostegno in tutti gli strumenti di programmazione, in primo luogo nel Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, considerando che tali fenomeni si vanno intensificando di anno in anno.”

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