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Cronaca

Mafia, morto a Perugia il boss Tommaso Spadaro: il "re" della Kalsa che si paragonava a Gianni Agnelli

Masino Spadaro è stato un elemento di spicco di Cosa nostra. Ad arrestarlo per la prima volta è stato il giudice Giovanni Falcone con l'accusa di contrabbando

Fu uno dei responsabili dell'omicidio, il 10 settembre 1981, del maresciallo dei carabinieri Vito Ievolella; al maxi processo si definì “il Gianni Agnelli di Palermo" per "avere offerto lavoro a centinaia di giovani”; negli anni di carcere conseguì anche la laurea con una tesi su Gandhi. E' morto a 82 anni il boss Tommaso Spadaro, considerato il “re della Kalsa”. Il padrino (che era stato condannato all'ergastolo ndr) si trovava a Perugia, ai domiciliari per motivi di salute.

Masino Spadaro è stato un elemento di spicco di Cosa nostra. E' stato uno storico contrabbandiere di sigarette prima ancora di essere un mafioso. Ad arrestarlo per la prima volta è stato il giudice Giovanni Falcone con l'accusa di contrabbando. Durante uno sbarco fu costretto a gettarsi in mare per l'arrivo della Finanza. Lo trovarono al bar dell'hotel Villa Igiea, completamente fradicio ma con in mano un aperitivo. E' stato lui a ordinare l'uccisione del maresciallo Ievolella, freddato dai sicari in piazza Principe di Camporeale mentre era a bordo della propria Fiat 128 con la moglie Iolanda, in attesa della figlia Lucia. Poi l'arresto e la condanna. Rinchiuso nel carcere di Spoleto, ha studiato Filosofia e ha anche conseguito la laurea con 110. "La non violenza e i fondamenti della religione di Gandhi", il titolo della sua tesi.

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