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Cronaca Sant'Andrea delle Fratte

Trapianti, madre salva figlio due volte: il ragazzo ringrazia medici Perugia

Anche i medici della clinica di Ematologia dell'ospedale di Perugia, hanno voluto esprimere la propria felicità per il lieto fine della storia della madre che con 2 trapianti ha salvato il figlio

E' stato proprio, Matteo, il ragazzo 30enne che ha ricevuto il trapianto del midollo e poi quello del rene dalla madre, a chiamare i medici perugini per ringraziarli del contributo per il suo ritorno alla vita.

Nella breve telefonata tra il giovane paziente e la Dottoressa Carotti, che ha costantemente tenuto contatti con l’attuale Direttore della Clinica di Ematologia, Prof Brunangelo Falini impegnato in un convegno in America, Matteo ha espresso il suo “grazie” a tutti i medici e agli operatori sanitari dell’Ospedale di Perugia: ”Conto di venirvi a salutare quanto prima assieme a mia mamma, spero che ora il percorso sanitario si sia concluso”.

Così, I medici e il personale infermieristico della Clinica di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo del Santa Maria della Misericordia di Perugia hanno voluto esprimere al giovane perugino che ieri all’Ospedale Le Molinette di Torino è stato sottoposto a trapianto di rene, donatogli dalla madre, la loro grande felicità per la buona riuscita della operazione.

Al telefono la Dottoressa Alessandra Carotti ha parlato direttamente con Matteo, il ragazzo che nel settembre del 2003 era stato sottoposto nella clinica di Ematologia, allora diretta dal Prof Massimo Martelli  ad un trapianto di midollo osseo per una  forma assai aggressiva di leucemia acuta linfoblastica, utilizzando come donatore la madre.

"Si trattò di un caso molto complesso-dice la Dottoressa Carotti-perché il donatore  era solo semicompatibile. Il trapianto di midollo osseo ebbe un esito favorevole, tanto è vero che Matteo di leucemia è perfettamente guarito. Un trapianto che a quell’ epoca solo il nostro Centro di  Perugia poteva realizzare, visto che il prof. Martelli e il suo gruppo, per la prima volta si serviva di donatori familiari semicompatibili, come la madre nei confronti di un figlio.

Il rapporto umano che nel tempo si è stabilito tra il giovane paziente e tutto il personale della Clinica di Ematologia prima e quello di Nefrologia successivamente è stato particolarmente intenso, perché come spiega sempre la Dottoressa Carotti: “Il ragazzo successivamente sviluppava una grave insufficienza renale che comportava trattamento dialitico presso il reparto di Nefrologia del S.Maria della Misericordia".

Poi, un anno fa con un'attività congiunta le equipe delle due Strutture del nosocomio perugino hanno dato il placet per procedere al trapianto renale  avendo come donatrice la madre.

“In questo caso –spiegano congiuntamente il Prof Andrea Velardi e la dottoressa Carotti -si poteva contare sul  il vantaggio di evitare la terapia immunosoppressiva post trapianto renale”.

I medici di Perugia hanno voluto anche mettersi in contatto con i colleghi delle Molinette di Torino per esprimere loro il ringraziamento per l’eccellente attività svolta”.

 

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