Macchinetta per granite in comodato d'uso e mai restituita: commerciante denunciata
La vicenda è finita in tribunale. La ditta fornitrice ha denunciato la proprietaria di un bar per una macchinetta di granite fornita in comodato d'uso. Ecco tutta la storia
E’ stata denunciata dal proprietario di una ditta di forniture di macchine da bar, la proprietaria si un attività commerciale finita a processo per non aver mai restituito il materiale. Davanti al giudice Cataldo, oggi si è tenuta l’udienza con l’ascolto della parte lesa e dell’imputata, che hanno raccontato la loro visione dei fatti in merito alla vicenda.
Tutto inizia nel 2011, quando l’azienda fornisce al bar, con relativo contratto di comodato d’uso, una macchina per fare la granita, la proprietaria del bar acquista quindi la fornitura del materiale (60 litri di sciroppo per granite). Siamo a luglio e la donna paga puntualmente tutto il materiale da lei acquistato con rate di tre mesi. A fine settembre però, le viene richiesto di restituire il macchinario concesso in comodato d’uso in quanto la stagione estiva era giunta al termine. A quella richiesta però - secondo quanto testimoniato in aula oggi - la proprietaria non acconsente alla restituzione, in quanto nel contratto non c’era scritto di riconsegnare il macchinario entro un periodo di tre mesi, ma anche perché la donna non aveva terminato tutta la fornitura acquistata per un valore di crica 2mila euro, “troppa da consumare in una sola stagione estiva e per questo un rischio di mancato guadagno".
La donna racconta come i 60 litri di sciroppo acquistati, sarebbero bastati per mesi, in più il contratto non prevedeva una scadenza circa il comodato d’uso. Inoltre, davanti al giudice, sottolinea come l’avvocato della parte lesa - l’abbia un giorno chiamata al telefono per comunicargli che il suo cliente avrebbe ritirato la querela in cambio di 1500 euro.
Diversa la posizione dell’uomo, che dichiara invece come l’imputata, sollecitata da chiamate ed sms per la restituzione della macchina per granite, alla fine sia sparita. Il materiale avrebbe un costo stimato intorno ai 5mila euro.
"Ho dovuto chiudere l’attività e ho chiamato io a quel punto il fornitore per venire a riprendersi il materiale-continua la donna- con tanto di raccomandata, ma non mi ha mai risposto. Quindi la strumentazione è rimasta in custodia a me, non avendo più l'attività commerciale in gestione". Si tornerà in aula ancora il 13 marzo per la discussione.
