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Cronaca

Addio a Carlo Ripa di Meana, il ricordo di un amico e grande estimatore: "Amava la nostra Umbria"

Ci ha lasciato Carlo Ripa di Meana: grande signore, grande amico dell’Umbria. Parola di Elmo Mannarino, che ne fu amico ed estimatore

Ci ha lasciato Carlo Ripa di Meana: grande signore, grande amico dell’Umbria! Parola di Elmo Mannarino, che ne fu amico ed estimatore. Mannarino – illustre clinico e uomo di cultura, persona di vaste e qualificate relazioni – dice la sua sulla figura di Carlo, intellettuale e politico, che combatté epiche  battaglie in difesa del nostro territorio.

“Fu lui – ricorda – a impedire lo scempio che avrebbe fatto strame di Monte Tezio e dell’orvietano, quando si batté fruttuosamente contro le pale eoliche”. “Carlo, presidente di Italia Nostra, ma anche uomo  di alta sensibilità etica ed estetica, ci salvò letteralmente da questo scempio che avrebbe sfigurato il territorio. Perché amava e viveva la nostra regione come propria”.

Aggiunge: “Era persona dal tratto gentile, di una nobiltà non  esibita, ma intimamente avvertita come unica scelta possibile”.   Afferma Mannarino: “La sua riconosciuta autorevolezza gli derivava da una elevatissima capacità di ascolto, dal suo tenere e mantenere un tono elegante, sommesso e garbato, nella coerente fermezza con cui sapeva esporre le proprie argomentazioni”.

Carlo Ripa di Meana era uomo di fascino e discrezione. Dopo il suo rapporto con Gae Aulenti (che sarebbe venuta successivamente in Umbria, con Ronconi), visse per 35 anni con Marina (sposata due volte), cui lo legava una complicità e una comprensione assoluta e incondizionata: uno di quegli amori di altri tempi, con compensazione (e inusuale comprensione) di caratteri.

“Carlo – racconta Mannarino – oltre ai ben noti ruoli istituzionali – fu spesso a Perugia. Venne anche a presentare alla Stranieri il suo libro “Bufale”, 300 pagine di storie vere, che lo videro sempre in prima linea ovunque l’imbecillità e l’avidità mettevano a rischio la bellezza”.Anche sul piano strettamente culturale, come non ricordare La Biennale del Dissenso? Iniziativa scaturita dal coraggioso lavoro di Carlo Ripa di Meana, l’uomo che ha raccolto l’accorato invito di Simone Weil a salvare Venezia.

“A Perugia – ricorda Mannarino – oltre ai fratelli Saverio e Daria, Carlo aveva molti amici. Uno di questi era il magistrato Giuseppe Severini che sostenne la sua azione legislativa col supporto della propria raffinata competenza giuridica”.La Vetusta ricorda, e rimpiange, Carlo Ripa di Meana, come un amico discreto e prezioso.

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