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Cronaca

Il ricordo | Addio a Claudio Arena: pedagogista, sperimentatore e nobile figura di educatore

Si adoperava convintamente perché la scuola offrisse il meglio ai ragazzi ed era sempre pronto a documentarsi sui progetti europei

Scompare Claudio Arena, amico di tutti, docente, pedagogista e nobile figura di educatore. L’Inviato Cittadino ha condiviso con Claudio (Faffo, per noi amici) gli anni della giovinezza, dalla scuola superiore all’Università. Ecco perché la sua figura resta indelebile nella memoria di comuni esperienze goliardiche (Claudio in veste di Grifone della goliardia perugina), di amori adolescenziali, di musica e spensieratezza. Strimpellava il pianoforte a orecchio, Claudio, e amava – come tutti noi – la musica di Battisti. Ma, nei momenti di malinconia, così frequenti nell’attraversamento dell’età giovanile, propendeva per Luigi Tenco. 

Ne conosceva a memoria le canzoni, le sapeva cantare e si commuoveva al ricordo della tragica fine del cantautore genovese. Un suicidio riuscito, mentre fallì quello di Gino Paoli, altro nostro autore preferito. Con Fabrizio de André e Bruno Lauzi Si era laureato allo Studium perusinum in Scienze e aveva insegnato per un po’. Poi si era completamente dedicato alla formazione dei colleghi. Era stato punta di diamante di una scuola sperimentale e riformata. Ne ricordo la collaborazione con la professoressa Maria Letizia Cassata, la “signorina” temuta e rispettata, portabandiera di tante riforme, fervente cattolica e poi coordinatrice provinciale dell’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi). Nutriva per Claudio un’autentica venerazione e contava molto su di lui.

Claudio, per anni, si è impegnato in una proficua collaborazione col Provveditorato agli studi di Perugia e al Ministero dell’Istruzione a Roma. Si adoperava convintamente perché la scuola offrisse il meglio ai ragazzi ed era sempre pronto a documentarsi sui progetti europei per prenderne il buono che c’era e riproporli, adattati al nostro contesto didattico, pedagogico e antropologico. Diffondeva poi il verbo in tutta Italia, richiesto da presidi e Collegi di docenti. Faffo era un creativo per definizione in tutto quello che faceva. Perfino in cucina amava sperimentare sapori e saperi, coniugando il portato della tradizione con l’innovazione.

Era entusiasta della vita, Claudio, e amava distillarne ogni momento. Simpatico, estroverso, creativo perfino nel gioco delle carte, dove improvvisava, spesso toppando di brutto, sempre alla ricerca di soluzioni originali. Ha amato, ed è stato molto amato, Claudio: le ragazze ne restavano affascinate, sia per l’aspetto che per la simpatia. Prima ne amavano la bellezza, poi ne conoscevano l’intelligenza e la sensibilità. Dopo solo un ballo, ti veniva incontro sorridente a dire “Me so’ fidanzato”. Che risate, che zingarate, che giullarate!

Quando incontrò Corinne, la donna della sua vita, l’inquieto Claudio trovò pace anche in amore. Fu poi padre entusiasta e protettivo. E nonno affettuosissimo. Sebbene tormentato da diversi malanni, non ha mai rinunciato a vedere il bello che c’è nella natura e nell’uomo. Entusiasta, sempre, della vita. Malgrado tutto. Lascia un ricordo indelebile in quanti, avendolo conosciuto, non hanno potuto che amarlo. E io sono fra questi.

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