Il gioco d'azzardo non perdona, ma a rimetterci sono anche i cavalli
Adesso si giochi anche on line ai cavalli con il rischio che quelli usati per le corse sugli ippodromi vengano abbandonati o macellati. L'incontro a Perugia
I malati del gioco d’azzardo adesso scommettono anche on line sui cavalli del tutto ovviamente virtuali. Una vera e propria mania, tanto da produrre un’impressionanti sequenza di effetti ludopatici sui giocatori più incalliti. Proprio per questo si è svelto oggi, 6 marzo, a Perugia, un incontro sulla Ludopatia e i suoi effetti. Presente la vice presidente di AIDAA Catia Brozzi che proprio attraverso la sua scuderia Unicorno sta utilizzando i cavalli per un progetto di recupero per i ludopatici, e proprio in questo convegno una importante associazione di tutela dei consumatori ha confermato di aver denunciato lo Stato per la diffusione dei giochi mangiasoldi.
Un fenomeno nuovo altamente rischioso e che è oggetto di attenta valutazione. La sua diffusione sta, infatti, assumendo proporzioni ancora più rilevanti, poiché di fatto si sta arrivando a una riduzione delle corse con il rischio reale dell'aumento di cavalli abbandonati negli ippodromi e di incentivazione della macellazione equina, mentre per quanto riguarda la Ludopatia il rischio di asservimento al gioco potrebbe essere pari a quelli dei malati ludopatici che si giocano fortune alle macchine mangiasoldi.
“La nostra posizione è arcinota - ci dicono Lorenzo Croce presidente AIDAA e Catia Brozzi vice presidente e responsabile settore equidi dell'associazione - noi siamo per incentrare gli sforzi per il miglioramento sul campo delle condizioni di benessere del cavallo, partendo dalla situazione reale e non dai sogni. Oggi le gare ci sono e noi lavoriamo perché esse si svolgano nella più totale sicurezza per i cavalli, stiamo proponendo anche un progetto all'Unione Europea per incentivare il recupero dei cavalli ai fine carriera sportiva, progetto che sta andando avanti celermente proprio allo scopo di diminuire se non far scomparire la macellazione di molti cavalli, piaga di cui non possiamo negare l'esistenza. Promuovere o sostenere la diffusione delle corse virtuali dei cavalli – concludono Croce e Brozzi - è da sciocchi in quanto noi crediamo che oggi il vero problema sia rilanciare l'ippica garantendo sicurezza per gli animali in gara e un futuro per quelli a fine carriera e non certo promuovendo le corse alternative e virtuali che a nostro avviso sono da paragonare a quelle clandestine con l'effetto ancora peggiore di una nuova stagione di abbandoni per i cavalli sportivi. Cosa che chiunque ami il cavallo spera non si debba ripetere mai più”