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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ludopatia: in Umbria spesi 260 euro a testa in 'slot' e gioco d'azzardo

Resi noti i dati 2012 sulla ludopatia e altri fenomeni legati al gioco d'azzardo. La ricerca è scaturita da un dossier presentato dall'associazione 'Libera', l'Umbria vive il fenomeno tra luci e ombre, in ribasso le dipendenze ma in aumento i giovani giocatori

Il rumore delle 'slot machine' ti entra nel cervello , resta impresso, ti rapisce e ti rende un perfetto 'zombie' in balia del gioco e delle sue illusioni. In Italia il fenomeno ha numeri preoccupanti: sono infatti, oltre 800mila le persone 'malate' e oltre due milioni di persone a forte rischio 'ludopatia', quel desiderio irrefrenabile di giocare a slots, videopoker o ad altre macchinette mangia soldi.

Il ludopatico è da considerare malato al pari di un alcolista o di un  tossicodipendente, il desiderio di 'gioco' mette in secondo piano tutto, la famiglia, compromette il lavoro e può arrivare a estremi gesti, come furti e rapine solo per poter inserire il gettone in una 'slot'. Più diffusa di quanto si può immaginare la ludopatia ha avuto una crescita incredibile nell'ultimo decennio, conseguenza anche di politiche troppo libere riguardo a spot e pubblicità che 'invogliavano' al gioco. 

Secondo il dossier Azzardopoli 2.0, presentato da Libera, cita una ricerca del Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, coordinata dal Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo), che stima che i giocatori a rischio siano il 5,1% del totale e quelli compulsivi il 2,1%: nel nostro Paese si tratta di 1 milione e 720 mila adulti a rischio e 708 mila patologici. Senza contare i minorenni che sembrano essere in costante aumento specialmente nella nostra regione.

Le cifre sono da capogiro, in Italia si spendono circa 1450 euro pro capite, in Umbria 260 euro compresi i bimbi per 5.220 macchine legali istallate, non si conosce il dato delle slot illegali. Quello che colpisce sono i dati del fatturato legale che nel 2011 è stato di 79.9 miliardi di euro, al quale però vanno aggiunti gli 11 miliardi di quello illegale. Per Libera i dati sono in aumento ed infatti, considerando l’incremento del 10% nel 2012, il fatturato passa a circa 88 miliardi di legale e 15 miliardi illegali.

L’Italia occupa il primo posto in Europa e il terzo posto tra i paesi che giocano di più al mondo, senza considerare il gioco illegale. Se prendiamo in considerazione gli ultimi otto anni la raccolta del settore giochi è quintuplicata. Provate a  individuare un settore produttivo in Italia che abbia avuto questa proporzione di sviluppo. Ci sono diverse differenze tra le varie regioni e se prendiamo gli ultimi anni l'Umbria e tra le uniche quattro che hanno avuto un indice negativo: Trentino Alto Adige (-0,54), Puglia (-2,95), Sardegna (-20,04) e Umbria (-24,07).

Tra illegalità e legalità il passaggio è sottile, i due mondi sembrano separati da un velo semitrasparente, troppe sono le connessioni e il giro d'affari perché le mafie e i potenti clan dell''ndrangheta e dei casalesi non volgano entrarci. Il dossier però, almeno per quest'aspetto di penetrazione mafiosa, da ancora qualche speranza alla nostra regione, che non sembra essere toccata dall’illegalità e dalla compulsione al gioco, c'è però un serio campanello d’allarme legato al dato dall’aumento dei “baby scommettitori”.

Se il dato generale parla di una crescita tra i più giovani del 13% con un aumento tra le ragazze dal 29% al 36%, l'Umbria si piazza tra le peggiori regioni con al primo posto la Campania con il 57,8%, cui segue Basilicata (57,6%), Puglia (57%), e, a seguire, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria e Umbria, tutte oltre il 50%.

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