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Cronaca

"L'Esercito a presidiare le strade? No e vi spiego perché": il Questore fa il punto sulla sicurezza a Perugia

Al Liceo Mariotti si è parlato di sicurezza, bullismo e droga. Il Questore ha chiesto l'aiuto di tutti per controllare il territorio. Una sicurezza partecipata in una Perugia non più ostaggio dei clan

Basta piangerci addosso. Basta continuare a sparlare della sicurezza a Perugia e provincia. I dati parlano chiaro... tutto il resto è una strana percezione dell'insicurezza. Parola del Questore Messina che oggi ha incontrato - insieme ad altri esponenti delle forze dell'ordine e del Comune - gli studenti del Liceo Mariotti per parlare di sicurezza. percezione, città ma anche di bullismo e violenza sulle donne. "Sono 30 anni che faccio il poliziotto - ha spiegato il Questore - ed ho girato gran parte del Paese: Sicilia, Calabria, Campania e Lombardia. Per questo posso dire che la situazione a Perugia è migliore dato che qui non bisogna riconquistare il territorio, spiegare l'importanza della legalità che è un valore diffuso nelle famiglie. Va ribadita però l'importanza della collaborazione tra forze dell'ordine e cittadin, quest'ultimi sono delle sentinelle delle rispettive vie e quartieri".

"Non se ne può più di sentire parlare di Perugia come Capitale dela Droga, Dato che lo smercio più pesante si verifica a Palermo, Bologna,  Napoli, Milano, Torino. E' una affermazione ingiusta perchè non si può paragonare una piazza sana ma con problemi come quella perugina ad altre con grandi volumi di affari illeciti o peggio ancora dove lo Stato deve riconquistare terreno casa per casa, condominio per condominio".

Perugia dunque sta velocemente guarendo da un passato burrascoso da un punto di vista: quando i clan dello spaccio dominavano la città, la politica sottovalutava questa situazione esplosiva e le forze dell'ordine non potevano contare sugli stessi mezzi utilizzati ora (più velocità nelle espulsioni, nuovi reparti e una maggiore copertura da parte del Governo). "Ma non si può soltanto intervenire con la repressione in fatto di droga - ha continuato il Questore - dato che c'è offerta perchè c'è una forte domanda. Dobbiamo intervenire su quest'ultimo settore, parlando ai giovani facendo e investendo nella prevenzione. Bisogna capire anche che non c'è spazio per i giustizieri. Ci sono le regole e vanno rispettate. Dobbiamo trovare più prove possibili per tenere chi spaccia in carcere".

Il quadro è talmente chiaro, almeno secondo l'idea che si è fatto di Perugia il Questore Messina, che non stupisce il suo forte e deciso no all'aiuto dell'Esercito - come in altre parti del Paese - per gestire l'ordine pubblico anche di aree a rischio come Fontivegge: "L'Esercito a Perugia? Ma assolutamente no. La situazione è gestibile con le forze dell'ordine già presenti sul territorio. A Caserta o In Aspromonte aveva un senso perchè era il simbolo di una risposta dello Stato a mafie e alla stagione dei sequestri dell'epoca. Da noi non ha senso: abbiamo dei problemi ma anche mezzi e competenze per arginarli".

  

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