"Potete fare meno rumore?" e il fidanzato della coinquilina lo pesta a sangue
La vicenda è approdata in tribunale, ma oggi, 2 marzo, in aula c'è chi ha dato una versione e chi ne ha data un'altra completamente diversa
Può succedere, a volte, che la convivenza tra coinquilini possa essere impresa assai ardua. Ne sa qualcosa il giovane che si è seduto oggi, 2 marzo, sul tavolo dei testimoni per raccontare cosa successe la sera in cui il fidanzato della ragazza con cui condivideva le spese di casa gli si è rivoltato contro, spedendolo di fatto al Santa Maria della Misericordia di Perugia con una prognosi di 30 giorni.
Il ragazzo, che porta ancora i segni di quella aggressione, come lui stesso ha riferito al giudice Alessandra Grimaccia, indicando il naso, sembrerebbe essere stato "pestato" dopo aver chiesto più volte all'imputato "di smetterla con i festini che si protraevano fino all’alba”. “Una situazione durata per ben sette mesi – ha raccontato il ragazzo -, alla fine ho dovuto chiamare la proprietaria dell’appartamento e chiederle di intervenire”. Poi il patatrac.
Il ragazzo la stessa sera è tornato a casa, convinto che la donna fosse riuscita a “ripristinare l’ordine”, ma appena varcata la soglia si è sentito dare dell’infame. La baruffa è subito scoppiata, ma ad avere la peggio è stato il denunciante che si è visto arrivare un pugno all’occhio sinistro. Pugno che gli ha causato la contusione di mandibola e bulbo oculare, nonché la frattura del setto nasale.
A dare, però una versione diversa dell’accaduto è stato il giovane fidanzato della ragazza che, in aula ha prima parlato di idilliaci rapporti con l’ex coinquilino e poi di “un’inciviltà senza pari, con pentolini e cucchiai nascosti addirittura nel parchetto di casa antistante l’abitazione”. Il giovane ha poi tenuto a sottolineare che quell’aggressione non c’è mai stata. A dare risposta a questa domanda sarà chi ha assistito alla scena. Le testimonianze dei presenti sono attese per la prossima udienza, fissata per il 12 ottobre 2015.