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Cronaca

"Lenzuoli d'oro" in ospedale, stangata della Corte dei conti: "In 9 devono risarcire 5,5 milioni di euro"

Condanna per dirigenti ed ex apicali della sanità umbra. La vicenda è collegata all'indagine sui presunti concorsi pilotati e da poco la Procura ha chiuso le indagini per i medesimi fatti

Gli appalti per il noleggio e il lavaggio della biancheria ospedaliera erano illegittimi, quanto meno il sistema di proroghe. È quanto hanno stabilito i giudici della Corte dei conti dell’Umbria, condannano 9 persone a risarcire l’Azienda ospedaliera di quasi 6 milioni di euro.

Secondo i giudici contabili Manuela Pioppo, Diamante Pacchiarini, Carlo Nicastro, Walter Orlandi, Emilio Duca, Maurizio Valorosi, Pasquale Parise, Doriana Sarnari e Andrea Casciari avrebbero “utilizzato lo strumento (la proroga, ndr) in modo patologico e abusivo, con produzione di un consistente danno erariale”, quantificato in 5 milioni e mezzo di euro favore dell’Azienda ospedaliera di Perugia (4,5 milioni) e dell’Usl Umbria 1 (danno per 1 milione).

Il danno sarebbe derivato dalla gestione dell’appalto per il lavanolo e la sterilizzazione di biancheria e strumenti ospedalieri. Vicenda che ha portato, alcuni giorni fa, alla chiusura dell’indagine da parte della Procura di Perugia e che vede 20 persone indagate.

Secondo la Procura contabile sarebbe stata accertata una differenza tra il costo delle prestazioni fatturate dal vincitore dell’appalto precedente e quelle successive. Appalto che scadeva nel 2013, ma che venne prorogato fino al 2018 per la gestione di materassi, lenzuola, cuscini, sterilizzazione dei materiali.

Proroghe concesse con troppa facilità secondo l’ipotesi della Procura contabile e accolta dai giudici, anche se con una condanna inferiore a quanto chieso dall’accusa (6,5 milioni di euro).

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