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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Umbria, contrae la legionella in vacanza e rischia di morire: salvata dai medici

La donna è arrivata in ospedale in condizioni critiche: ecco come le hanno salvato la vita

Si tratta di una tecnica di supporto vitale altamente invasiva  non priva di rischi e di complicanze, che viene impiegata solo in situazioni estreme. “Nel caso della paziente colpita da legionella – precisa il dottor Fabrizio Ferilli – dopo 9 giorni di assistenza mediante Ecmo la situazione respiratoria è nettamente migliorata ed è stato possibile procedere ad un progressivo svezzamento dalla macchina per poi iniziare il trattamento respiratorio riabilitativo”.

Nel 2018 è la terza volta che l’Ecmo viene utilizzata per gravi insufficienze respiratorie presso la terapia intensiva post-operatoria della cardiochirurgia (Tipoc) dell’ospedale di Terni. “Nei primi mesi dell’anno – aggiunge il dottor Fabrizio Ferilli -  sono stati trattati con tale procedura altri due pazienti di circa 40 anni con gravissimi problemi respiratori causati da due patologie con elevato tasso di mortalità: polmonite da H1N1 in un caso e da Varicella nell’altro. Grazie all’Ecmo entrambi i pazienti hanno superato la fase acuta e sono stati dimessi dall’ospedale in buone condizioni cliniche”.   

L’Azienda ospedaliera di Terni a partire dalla pandemia influenzale da virus A/H1N1 del 2009 si è strutturata in modo da eseguire la procedura non soltanto per insufficienza cardiaca ma anche per insufficienza respiratoria acuta grave ed è pronta ad accogliere questo tipo di pazienti gravi, spesso a rischio di vita, da tutta la regione e da altre regioni, grazie alla esperienza multispecialistica  sviluppata in questi anni. In particolare, negli ultimi 5 anni l’ECMO è stato impiegato per assistenza respiratoria in 8 persone, di cui 3 nel 2018: 4 persone colpite da virus H1N1, 1 persona per complicanze da varicella, 2 persone post intervento, 1 persona colpita da legionellosi. Abbiamo registrato solo un decesso su otto casi trattati. Per l’assistenza cardiaca l’ECMO è stato utilizzato in  19  casi di cui 2 nel 2018: 2 persone con miocardite fulminante, 4 persone per infarto miocardico acuto, 12 persone post intervento cardiochirurgico, 1 persona con “heart mate”. La sopravvivenza supera il 55%, mentre il tasso di sopravvivenza complessivo si attesta sull’86%.

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