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Le Nostre Tradizioni. Oggi è la Candelora: storia, tradizione e detti popolari perugini

Dopo i giorni della merla (che nel 2020 non hanno “ardetto”), secondo step climatologico dell’antropologia popolare: la Candelora, ossia oggi 2 febbraio

Dopo i giorni della merla (che nel 2020 non hanno “ardetto”), secondo step climatologico dell’antropologia popolare: la Candelora, ossia oggi 2 febbraio. Vedremo a breve se il proverbio “ardice”, ossia “si dimostra valido”. Recita il detto: “Si fa bel de Candelora, de l’inverno sémo fòra. / Ma, si piove o tira vento, de l’inverno sémo dentro”. Per significare che l’intensità dell’inverno è direttamente correlata al tempo che fa in questa giornata cruciale. Tempo brutto equivale a inverno durissimo. Dunque, constatando il tempo odierno, il peggio deve ancora venire. La festa della Madonna Candelora, ossia della Presentazione al tempio di Gesù o Purificazione della Vergine Maria, è considerato uno snodo dell’anno solare e delle condizioni climatiche. 

Le origini della Festa. Tutti i primi del mese (le romane “calende”, da cui il termine calendario) erano dedicati a Giunone, dea lunare (Iside?) che nei suoi cicli si rigenera e, in quanto tale, è ritenuta protettrice delle cose giovani e di tutti gli inizi, compreso il momento del parto e l’apertura alla vita.

L’origine del nome. Febbraio, mese della purificazione, si lega al verbo romano “februare”, che vale “purificare”. La cosiddetta “lustratio” di Februa (Giunone, appunto), in epoca precristiana, si lega alla benedizione delle candele. Il rito si integrava con rituali magico-religiosi consistenti anche nell’unzione della gola contro i frequenti malanni di stagione.

Feste di San Biagio in Umbria. Oltre che a San Biagio della Valle (Marsciano), è festa grande a Cannara, a Monteleone di Spoleto, a Pissignano (Campello sul Clitunno). Il rituale cristiano (tra religiosità popolare, superstizione e… scaramanzia). Si benedicono le candele, le si passa, incrociate a X, davanti alla gola del fedele e si procede all’unzione con olio benedetto. Basta questo a esorcizzare fastidiose tonsilliti e crudeli faringiti, incubo di predicatori, politici e cantanti. Perché San Biagio protettore della gola (onorato con una trentina di chiese nella sola Roma).

L’agiografia del santo narra di un intervento miracoloso legato all’estrazione di una grossa lisca dalla gola di un bambino che rischiava di soffocare. Dopo tale prodigioso salvataggio, al santo armeno Biagio sarebbe stato attribuito il ruolo di protettore della gola, del naso e delle vie aeree superiori. Per cui è considerato anche patrono dei suonatori di strumenti a fiato.

Una Festa spostata. Il suo “dies natalis” cade il 2 febbraio, ma fu spostata al giorno successivo per fare posto alla Purificazione della Vergine. In alcuni luoghi si distribuisce il “pane di San Biagio” perché, oltre che estrarla, la leggenda vuole che il santo avesse consigliato di far mangiare al bambino della mollica di pane per tirar via dal palato la lisca.

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