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Cronaca

L'ANALISI Dal Curi a San Siro, i nuovi stadi sono (anche) operazioni immobiliari

Mentre si pensa alla ristrutturazione attuale, in cantiere un impianto che prevede 5000 metri quadrati di attività commerciali

Quando si farà il Nuovo Curi, se si farà, bisognerà trovare non solo i soldi per costruirlo (si è parlato di 35 milioni di euro, in arrivo da Credito Sportivo e Cassa Depositi e Prestiti), ma anche quelli necessari per ripagare le rate del mutuo (quasi un milione di euro l’anno) e la manutenzione, ordinaria e straordinaria, per evitare di arrivare allo stremo come è successo con l’opera avveniristica “montata” da Spartaco Ghini.

Dove trovarli? Ormai, anche chi ha proprietà con portafogli abbastanza forniti chiede alle amministrazioni comunali di avere concessioni edilizie, di sfruttare cubature importanti per fare cassa e ripagare gli investimenti fatti sui nuovi stadi.

Basterà, a questo proposito, citare il Fondo Elliot che detiene la maggioranza azionaria del Milan; il proprietario, Paul Singer, ha un patrimonio stimato in 4,3 miliardi di dollari, la sua società gestisce oltre 8 miliardi di dollari. Eppure anche lui, assieme alla Suning Holdings Group (Inter) per ricostruire il nuovo San Siro (il vecchio verrà abbattuto) ha chiesto, praticamente di poter rovesciare sulla zona una vera colata di cemento. Alcuni numeri: l’affare muoverà 1,2 miliardi di euro con 153 mila metri quadrati di costruito: 77 mila di spazi commerciali, 47 mila di uffici, 12 mila di alberghi, 9 mila di intrattenimento, 4 mila di centro congressi, oltre a 2,7 mila di museo dello sport e 1,3 mila di attività sportive. Con un indice di edificabilità portato da 0,35 a 0,51.

In compenso il Comune, che propende per l’approvazione del progetto San Siro, incasserà oneri di urbanizzazione per circa 50 milioni di euro.

Ma se pensate che Milano è Milano e non è paragonabile alla nostra realtà, allora parliamo di Udine, che conta 99.341 abitanti, 528mila nell’intera provincia. Molto meno di Perugia che è, rispettivamente, a 166.676 più 656.382.

VIDEO Curi, il Comune: "Intanto la ristrutturazione, si va avanti per il nuovo stadio"

La Dacia Arena, ristrutturata e ricostruita qualche anno fa, ha nel suo contesto circa 22 000 mq tra aree commerciali e ludiche. Le nuove tribune sono infatti progettate per ospitare al loro interno palestra e piscina (4.400 mq), sale da bowling, cinema, locali di ristoro con vista sul campo (1700 mq), aree benessere, il museo dell'Udinese Calcio, un centro congressi (1100 mq) e molto altro.

Veniamo a Perugia. Negli anni si è parlato molto di Nuovo Curi, ma l’unico ad andarci veramente vicino è stato Luciano Gaucci, che però ha avuto il torto di essere un po’ troppo “visionario” per i tempi, non fosse altro che per un fatto: a Palazzo dei Priori siedeva Renato Locchi, che del Pci perugino era il Grande Leader e rappresentava l’ortodossia più pura; pensare che avesse potuto dare l’ok, per rifare il Curi, edificare un pensionato per studenti, un centro commerciale ed un multisala, è sembrata subito una pia illusione. Che poi tutto sia stato puntualmente realizzato, o in fase di realizzazione, come nel complesso dell’ex Tabacchificio, è un’altra storia, chiaramente.

“Curi da abbattere e ricostruire, con un progetto importante i soldi si trovano”

Adesso sulla seggiola “sinistra” che da Locchi era passata a Boccali, senza che sul problema Curi (dalla manutenzione alla nuova struttura) si sia mai mossa una foglia, è il momento di Andrea Romizi, che a precisa domanda di Perugia Today ha riposto così: “abbiamo ben chiaro che una nuova struttura ha bisogno di opere di contorno che consentano di recuperare risorse importanti, ma non intendiamo certo cementificare Pian di Massiano. Quello che è previsto nel Prg è già una buona base di partenza”.

Di che misura di grandezza si parla, lo ha poi chiarito l’assessore allo sport, Clara Pastorelli: “Sono stati inseriti, nella zona adiacente al nuovo stadio, 5mila metri quadrati di superfici commerciali e pensiamo davvero che sia una quota abbastanza soddisfacente”. Pastorelli ha anche chiarito che l’eventuale nuovo centro a destinazione commerciale, artigianale, uffici e ristorazione, superiore a 2000 mq, che sorgerà tra piazzale Umbria Jazz e la stazione di servizio, per il quale la conferenza dei servizi ha dato la sua approvazione, non rientra nel contesto del Curi nonostante sia a meno di 200metri in linea d’aria.

Restano, allora, due domande di fondo: basterà questa metratura? A titolo di esemplificazione, il supermercato Oasi, che dista 300 metri dal Curi, occupa 3290 mq.

E ancora, domanda delle domande: chi si accollerà il compito di costruire Curi e accessori, impegnandosi (oneri e eventuali onori) per 30-35 anni? L’amministrazione comunale non può certo infilarsi in questo tunnel (abbiamo già dato col Minimetro, grazie), Santopadre fin qui è stato in religioso silenzio. Come si dice, chi vivrà vedrà.

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