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Cronaca

Monta la protesta, la Lav si scaglia contro i manifesti delle sagre: "Animali derisi"

Lav chiede ai Comuni di non autorizzare l’affissione dei manifesti in questione, "frutto di una tradizione incivile e riprovevole"

"Nella nostra città manifesti pubblicitari deridono la morte degli animali". Una frase secca, che arriva direttamente dalla Lega Anti Vivisezione Perugia da sempre impegnata nella difesa degli animali. Per la responsabile regionale Graziella Crescentini Gori alcuni “cartelloni pubblicitari sarebbero, infatti, “"incivili e riprovevoli, in violazione dei diritti fondamentali degli animali, e ne chiede il divieto di affissione".

Ma le parole del responsabile Lav non si fermano qui: “Come ogni estate, anche quest’anno è iniziata la pubblicità delle feste e delle sagre che si svolgeranno nel nostro comune e nella nostra regione nei mesi estivi. Come negli anni passati il Comune ha autorizzato l’affissione di manifesti rappresentanti esseri senzienti irrisi nella più crudele delle sorti: l’utilizzo e l’uccisione”.

“Che siano maiali infilzati – prosegue la Lav - con uno spiedo posti sopra un fuoco ad arrostire o che o altri animali, essi vengono rappresentanti in costante stato di gioia, pervasi da una enorme felicità dell’uso che si fa di loro. Siamo ancora alla beffa e all’irrisione della sofferenza e della morte degli animali quando una società civile dovrebbe, invece, andare verso il riconoscimento dell’importanza di un’etica del rispetto per tutti i viventi  e in particolare verso la comprensione di come il consumo di carne, cioè di animali, sia solo un modo di sostenerne la violenza dell’uccidere”.

“Nella nostra società è possibile - conclude infine la Crescentini Gori - ancora giustificare il consumo di mucche, maiali, oche rispetto a cani e gatti, ma sappiamo però che tutti gli animali sono dotati di valore inerente, e che da questo valore ha origine il concetto di etica interspecifica basata sul possesso di diritti fondamentali e inviolabili, come il diritto alla libertà, alla dignità e al rispetto delle esigenze etologiche e specifiche di ogni essere senziente". Ed è per questo che la Lav chiede ai Comuni di non autorizzare l’affissione dei manifesti in questione, "frutto di una tradizione incivile e riprovevole". 

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