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Cronaca

LA NOSTRA STORIA Grandi perugini, monsignor Luigi Piastrelli, prete modernista (perseguitato)

Perugia non deve dimenticare monsignor Luigi Piastrelli (cui peraltro fu intestata una strada in quel di Prepo), esponente di punta del movimento del cattolicesimo sociale denominato “modernismo”. Don Luigi Piastrelli è stato  parroco di Sant’Agata (nell’omonima via, traversa di via dei Priori) fino alla morte, avvenuta nel 1975. Gli succedette, come officiante nella chiesa, don Fausto Sciurpa, attuale priore dei canonici della cattedrale.

Don Piastrelli fu partecipe del pensiero di monsignor Umberto Fracassini, rettore del seminario di Perugia. Convinti sostenitori del rinnovamento della Chiesa, questi sacerdoti coltivarono i fermenti che si sarebbero espressi appieno col Concilio Vaticano II, specie sul piano liturgico. Osteggiati da papa Pio X, i numerosi esponenti del modernismo furono isolati, dispersi in varie parrocchie della diocesi e il seminario fu temporaneamente chiuso. Don Piastrelli fu un sacerdote molto attivo nel sociale e promosse la costituzione della sezione perugina della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani) dove strinse un sodalizio umano con Montini, il futuro papa Paolo VI.

Ricordava monsignor Elio Bromuri, chiamato dal vescovo Pietro Parente a succedere a Piastrelli alla guida della Fuci: “Il modernismo aveva due componenti: una tendente al rinnovamento liturgico e una di carattere scientista. Questa seconda si rifaceva al positivismo, alla filosofia moderna, a una lettura biblica in chiave intellettualistica e pronta a ridiscutere i fondamenti teologici su basi razionalistiche”. Don Elio, pur giovanissimo, era figura di intellettuale aggiornato e di robusta formazione, nonché personalità di riconosciuta caratura spirituale.

Lo stesso monsignor Bromuri, in amichevoli colloqui, aggiungeva: “Era quest’ultima la tendenza culturale e ideologica che monsignor Parente disapprovava. E non a caso mi chiamò alla Fuci, ai cattolici laureati (dalle cui file sarebbero uscite personalità politiche di notevole livello), al dialogo interreligioso, alla Cappella universitaria, riconsacrata nel 1958 col rettore Giuseppe Rufo Ermini”. Insomma, non un “vade retro” nei confronti dei “novatori”, ma certamente una presa di distanze e una chiara sconfessione.

Piastrelli ha vissuto la fede, educando generazioni di giovani universitari (tra i quali il magistrato Giorgio Battistacci) ad un cattolicesimo sociale, aperto e solidale. Nel 1955, monsignor Piastrelli dette vita alla biblioteca Giuseppe Toniolo e all’Istituto Giancarlo Conestabile della Staffa, che furono poi riassuntivamente denominati Istituto Giancarlo Conestabile della Staffa-Luigi Piastrelli, istituzione oggi vanto di Perugia.
 

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