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Cronaca

LA CURIOSITA' Il lato "positivo" della siccità: le tracce del passato riemergono dalle acque

Tuttavia il ritirarsi delle acque fa riemergere tracce di un antico passato: in località La Frusta - frazione di Sant'Arcangelo di Magione - è stato ritrovato un cippo iscritto

La siccità di quest'estate ha portato in sofferenza sia il lago Trasimeno che il fiume Tevere. Nella zona di Perugia il Tevere ha toccato la portata minima storica: un metro cubo al secondo. Interi tratti in secca, con il letto del fiume prosciugato, sono visibili tra Ponte Felcino e Ponte San Giovanni. Per il lago Trasimeno si è proceduto ad ordinare la sospensione totale dei prelievi, ad esclusione dell’uso idropotabile e dell’uso ittiogenico che garantisce la restituzione totale della risorsa idrica. Tuttavia il ritirarsi delle acque fa riemergere tracce di un antico passato: in località La Frusta - frazione di Sant'Arcangelo di Magione - è stato ritrovato un cippo iscritto. Si tratta di un pilastro eretto probabilmente per delimitare un confine tra due proprietà. Subito dopo il ritrovamento e la segnalazione alla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio - che ha provveduto immediatamente ad un esame autoptico in loco - il reperto è stato trasferito al Museo della Pesca di San Feliciano, in attesa di ulteriori studi. 

Sempre nella medesima località, pochi giorni fa, erano stati ritrovati un ordigno e una bomba da cannone, risalenti al secondo conflitto mondiale e probabilmente abbandonati dall'esercito tedesco in ritirata. Prontamente entrambi sono stati rimossi e fatti brillare in totale sicurezza. Un'altro tassello del passato della nostra regione, scoperto grazie al ritirarsi delle acque, è l'antico ponte di Montemolino, passaggio quasi obbligato per chi voleva recarsi nell’Italia centro-meridionale. Costruito nel 1204, fu più volte guastato e rifatto - nel 1284 e nel 1296 -fino alla totale sua rovina durante la battaglia del 13 settembre 1310, svoltasi a Montemolino, uno degli episodi più sanguinosi della secolare lotta tra guelfi (perugini) e ghibellini (spoletini). Alcuni luoghi, nei pressi del ponte, presero i nomi di Rio Sangue e Morticcio. I perugini, già padroni della Fratta, combatterono accanitamente ed ebbero completa vittoria: riuscirono ad annientare la più potente lega ghibellina dell’Umbria e con essa gli odiati e pericolosi spoletini sempre avversi al dominio di Perugia sulla piana che si estende da Assisi fino alle Fonti del Clitunno.

La scoperta e il riconoscimento sono stati realizzati da Uncover Umbria, un'associazione di appassionati di cicloturismo, che unisce le escursioni in mountainbike alla voglia di riscoprire il territorio e le sue origini. Hanno collaborato l’associazione sportiva dilettantistica Angler e il gruppo Karpbuster, due associazioni che si occupano di pesca sportiva nel rispetto dell’ambiente. Gianni Marchitti e Filippo Passagrilli, invitati da Walter Nilo Ciucci presidente dell'associazione Uncover Umbria, servendosi dei mezzi delle loro associazioni e anche di quelli personali, in particolare di una barca attrezzata e di un ecoscandaglio professionale molto sofisticato, hanno documentato la presenza delle basi che reggevano gli arconi del ponte e di un pezzo composto da pietre e malta cementizia che ora emerge per quasi 60 centimetri.

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