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Cronaca

Approvata rimodulazione Irpef, la mossa "Robin Hood" infiamma il Consiglio regionale

E' stata approvata oggi, 11 dicembre, a palazzo Cesaroni, la rimodulazione dell'aliquota regionale Irpef. A storcere il naso i consiglieri d'opposizione che hanno palesato, in un'accesa seduta, le loro perplessità

Non convince quella rimodulazione dell’Irpef studiata dalla Regione Umbria, approvata oggi, 11 dicembre, in Consiglio regionale con 19 sì e 10 no (FI, Ncd, Udc, Lega Nord). O meglio non convince l’opposizione che palesa in aula le sue perplessità. L’atto si basa in sostanza su cinque scaglioni di reddito previsti dalla normativa nazionale (il primo fino a 15mila euro, il secondo fino a 28mila, il terzo fino a 55mila, il quarto fino a 75mila euro, il quinto oltre i 75mila). Un modo, a dire di Palazzo Donini, che dovrebbe proteggere dalle aliquote dell'addizionale regionale le fasce più deboli.

Ed è su questo punto che l’opposizione si è scagliata contro l’Amministrazione guadata da Catiuscia Marini. Per Raffaele Nevi (Fi) ”l'aumento delle tasse per i redditi medio alti è stato deciso dalla sinistra radicale” quando invece, sarebbe stato necessario “tagliare la spesa pubblica”. A dire la sua anche Manlio Mariotti (Pd) che ha dichiarato "dalla crisi non si esce con meno risorse pubbliche", mentre Sandra Monacelli (Udc) afferma che "una rigidità schematica delle fasce non rappresenta il nostro paese. non convince l'operazione Robin Hood". A liquidare la “vicenda Irpef” Massimo Mantovani (Ncd) che ha parlato di "molto rumore per nulla. Questa manovra non incide in maniera rilevante su particolari categorie".

Ci ha pensato però alla fine l'assessore regionale al Bilancio, Fabrizio Bracco, che si era già espresso in merito a mettere i puntini sulle ì, dichiarando: "La discussione di oggi si è incentrata nel ripescaggio di teoremi antichi su destra e sinistra piuttosto che sui veri contenuti del provvedimento". "L'addizionale Irpef - ha aggiunto – rappresenta solo il 10 per cento delle entrate regionali, mentre il grosso viene dal bollo auto: il carico fiscale regionale è inalterato da anni, nonostante le difficoltà e i tagli successivi arrivati da Roma non ricevono nessun aggravio. Molti, anzi, ricevono uno sgravio, seppur minimo".

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