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Cronaca

INVIATO CITTADINO Via Torelli, un colabrodo: quasi un intervento al giorno per i motivi più diversi

La strutturale instabilità della zona e la 'voracità' dell'uomo cause principali dei problemi: l'ultimo una buca tra i civici 49 e 67 da cui è stata poi rimossa una grande trave lignea infilata per verticale

Via Torelli, un colabrodo. Non c’è quasi giorno in cui non si debba intervenire per i motivi più diversi… ma tutti riconducibili a una strutturale instabilità. Per non parlare della voracità dell’uomo che ha consumato territorio, cementificando e non attuando quelle opere che la normale prudenza avrebbe consigliato di porre in essere. Si sono così scavate fondazioni e riempiti dislivelli, con scarsa attenzione alla loro tenuta nel tempo. La zona fu intensamente urbanizzata nei primi anni Settanta. L’Inviato Cittadino ricorda quando ancora queste scarpate erano il regno di ulivi, viti e alberi da frutto. Quando c’era ancora il contadino e la proprietà delle sorelle Cuccurullo. Poi la lottizzazione e la cementificazione selvaggia.

Stamane - mentre, verso via delle Sorgenti, ancora si svolgono i lavori per il cedimento del marciapiedi - un gruppo di operai del cantiere comunale è al lavoro per una segnalazione urgente. Un cittadino ha avvisato del fatto che, in adiacenza alla campana per la raccolta del vetro, fra i civici 49 e 67, si era formata una buca che andava progressivamente aumentando di dimensioni. Il punto è a confine con la recinzione del parco Onaosi, in un fazzoletto di terra che termina con una ripida scarpata. Si è pensato a dilavamento sotterraneo di fognature o a perdite di tubi dell’acquedotto.

Intervento tempestivo per verificare. Scavatore, due camion, operai al lavoro per andare a fondo della questione. Andando in profondità, non hanno trovato petrolio, ma una trave lignea, di dimensioni ragguardevoli, infilata per verticale. Forse materiale di colmatura? Certo che si è trattato di un’idea balzana per riempire o eclissare materiali di risulta: roba da denuncia. Con lo scavatore non è stato possibile estrarre quel mastodonte. Tanto che hanno dovuto allargare la buca e calare all’interno un operario munito di motosega. La soluzione migliore è consistita nel ridurre in pezzi quell’enorme trave e tirarla su un po’ alla volta. Poi quella cavità è stata riempita con materiali adeguati. Infatti è stato accertato che la colmatura precedente era stata effettuata con detriti e terriccio, esposti al processo di compattamento e dunque alla facile formazione di piccole cavità.

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