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Cronaca

INVIATO CITTADINO Quel segnale bizzarro che dice di andare a 5 km l’ora o a passo d'uomo

Quando la segnaletica varca la soglia del ridicolo... ecco perchè

Credo quia absurdum. Quando la segnaletica varca la soglia del ridicolo. Come quel segnale che dice di andare a 5 km l’ora. O, meglio, “a passo d’uomo”. Meglio scendere, andare a piedi o mettersi a fare una partita a carte. Ce ne dà notizia il lettore Roberto Lucaroni, appassionato ciclista, che nota con disappunto, e fotografa, il segnale del contendere, apposto dalla Provincia di Perugia (foto). Il senso di quella segnaletica è che moto e motocicli debbono procedere a 10 e i ciclisti a 5 km orari. Il luogo del (mis)fatto è la marscianese.

Dice l’interlocutore: “San Niccolò di Celle, dopo la rotonda di san Martino in Campo, scendendo a Marsciano, a destra si attraversa Santa Maria Rossa. Subito dopo c’è una strada ben messa, solo in brevi tratti un po’ dissestata”. Dunque, bisogna schiodare la faccenda. Chiedendo spiegazioni a chi quel segnale ha fatto, collocato e… pagato. Il cittadino, non senza le prevedibili attese, contatta l’addetto alla manutenzione, cui prospetta la situazione e chiede conto della scelta. La risposta è “Tutto normale”. Ma tanto normale non è.

Eppure deve esserci un motivo. Che il nostro amico intercetta in una controversia di carattere legale fra la Provincia stessa e un ciclista. Il quale è caduto, facendosi male. E ha citato chi non ha effettuato regolari manutenzioni. Spiega: “Sembra che nei prossimi giorni la Provincia debba comparire in giudizio a Spoleto perché un ciclista è caduto in un pozzetto di 3 cm di spessore. Il fatto è che ci è caduto con un tubolare da 2 cm. E dunque la circostanza non ha nulla di eccezionale”. Ma dalla provincia fanno sapere che ai ciclisti sarebbe vietato percorrere strade provinciali. “Questa è una novità”, esclama Lucaroni che ci va, senza difficoltà, da oltre mezzo secolo.

Dunque, la logica dell’apposizione del segnale potrebbe essere legata a questa controversia legale? “Appunto, qualcuno intende pararsi il posteriore”, commenta. Ma non era meglio rifare il tratto incriminato? Il fatto è – rispondono – che pecunia deficit. In altre parole: “Bambole, non c’è una lira!”, come diceva quel capocomico da avanspettacolo. Poi Lucaroni si infervora e racconta un palese episodio di spreco di pubblico denaro: “Ho visto, alle 10 di mattina, un furgone con due persone a bordo e una macchina al seguito”. 

Prosegue: “Hanno gettato catrame a freddo nelle buche colme d’acqua. In pratica pozzanghere. Uno spreco incredibile, con efficacia pari a zero. Come gettare soldi nel pozzo”. “Non si faceva prima a riasfaltare? Tanto di soldi se ne sono spesi comunque, e non pochi, per un lavoro inefficace”, sottolinea. Ripete ancora: “Come ho già detto al responsabile della manutenzione: era meglio spendere quei soldi per rifare il tratto ammalorato, anziché compiere un’azione inutile e, per giunta, sprecare soldi per un segnale illogico e risibile”.

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