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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Piegaro

Inviato Cittadino - Portatrici d'acqua della Fontana": non c'è un mistero ma un paio di ipotesi da verificare

Ma quale miracolo? Si tratta di un fenomeno che verrà spiegato, appena sarà possibile verificare da vicino quanto è successo. Intanto le ipotesi si accavallano. Un po’ di storia. Nel corso del restauro del 1947, completato nel ’49, parla la relazione di Francesco Santi, allora Segretario della Commissione Ministeriale per lo studio dei lavori. Santi spiega la rimozione e la musealizzazione del gruppo dei Grifi e dei Leoni che schizzavano getti d’acqua, stando sopra il capo delle “portatrici d’acqua”. Lo studioso Attilio Bartoli Langeli (ex presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria) consultando la relazione, conferma il proposito di Santi di collocare, al posto degli originali, le copie in bronzo delle portatrici. Ma l’idea non dovette piacere al Comune di Perugia che fece resistenza e si oppose decisamente, bloccando la proposta.

Se ne conclude che la sostituzione delle portatrici (gli originali stanno sotto gli occhi di tutti, in Galleria) debba essere avvenuta nel restauro avvenuto alla fine degli anni Novanta. L’allora assessore, l’architetto Giovanna Chiuini, dice: “Ricordo che prendemmo noi la decisione e la sostituzione fu fatta allora o subito dopo. Basta sentire quando avvenne esattamente il deposito degli originali in Galleria!”. Sta di fatto che quelle copie in cima alla Fontana hanno resistito per qualche lustro, immutabili negli anni, fino a poco tempo fa.

Ora, invece, lo strano e improvviso viraggio del colore. Dice il sociologo Vani Capoccia, noto defensor civitatis: “Mi ero accorto che da qualche tempo il colore stava cambiando. Ma forse il getto dell’acqua impediva di scorgere distintamente il fenomeno. Ora, senza flusso idrico, si vede bene quel che è successo. Anche se non se ne comprende esattamente la ragione”.
Ragione che, secondo Paolo Ballerani, esperto di materiali, potrebbe risiedere in una alterazione della lega di cui sono fatte le copie. Spiega: “Il bronzo non cambia: basta guardare la tazza superiore che è inalterata. Ma forse la lega - con cui sono fatte le copie - di rame ne ha visto poco o niente e quel cambiamento potrebbe essere effetto dello stagno o dell’alluminio in eccesso”.

E ci regala la ricostruzione in pagina, validissima, tranne che per l’identificazione del “cappello” che prima era in rame e adesso in ottone (come sostenemmo, a suo tempo, su queste colonne). Un’altra spiegazione, ancora più semplice (fornita da fonte che intende restare anonima, ma di sicura affidabilità!), vede come causa del cambiamento la vernice protettiva, spalmata su quelle superfici in tempi recentissimi.

“Si tratterà – dice – di rimuovere quella vernice che ha dato pessima prova di sé e sostituirla con un’altra più affidabile”. Ma anche questo convince fino a un certo punto. Perché qualche mese fa fu interrotta l’erogazione dell’acqua, per un guasto all’impianto idraulico, e le portatrici d’acqua avevano mantenuto il solito colore. Ci si chiede: “È possibile che quel processo degenerativo sia avvenuto in un tempo così breve?”.

Ma non c’è bisogno di farne un casus belli (o addirittura pretesto per scontri ideologici, come invece sta succedendo e come spesso accade fra i travertini della Vetusta). Domani mattina è previsto un incontro fra i tecnici del Comune e rappresentanti della Soprintendenza. Presumibilmente, nel giro di poche ore si chiarirà il busillis. E si potrà riportare il
nostro massimo monumento alla consueta e dignitosa configurazione.

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