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Cronaca

INVIATO CITTADINO Il poeta Paolo Ottaviani scrive al sindaco Romizi sul pericolo per i pedoni in zona San Giacomo

La missiva rivolta al primo cittadino di Palazzo dei Priori dove si chiede un intervento immediato

Il poeta Paolo Ottaviani scrive al sindaco Romizi sul pericolo per i pedoni in zona San Giacomo. Siamo in Porta Eburnea, dove esiste una pietra angolare raffigurante un pesce che spicca all’altezza del primo piano sul palazzo all'incrocio tra Via Eburnea e Via delle Forze che scende a Porta San Giacomo. Secondo Raniero Gigliarelli, quel segno indicava la gabella (tassa comunale) da pagare da parte dei pescivendoli per entrare in città. Secondo altri, si trattava di un’indicazione stradale, rivolta ai pescatori del Trasimeno che volevano raggiungere via della Pesceria, ossia l’attuale via Oberdan.

Ottaviani – che allega alla missiva una serie di scatti attestanti le proprie affermazioni – contesta lo stato pietoso in cui versano Via degli Apostoli e Via Eburnea. Tornando alla storia cittadina, Paolo ravvisa nel pesce anche un possibile segno dal valore simbolico per i Cristiani, essendo la parola greca Ikthùs l’acromino di “Gesù Cristo Figlio di Dio”. Come stiano le cose, Ottaviani dice: “Via degli Apostoli - dove abito - e Via Eburnea, sono vie che per la loro storia millenaria, testimoniata anche da quella pietra angolare raffigurante un pesce […], devono essere considerate sacre. Così almeno io le intendo anche quando le canto in poesia. Fa sanguinare il cuore vederle in questo stato”.

E chiarisce: “Ogni giorno si rischia un serio infortunio nell’uscire o nel tornare a casa”. Spiega: “Le automobili, poi, causa gli spazi ristretti, non possono evitare le buche che diventano sempre più profonde, con possibili e reali danni sempre più gravi alle persone e ai loro mezzi di trasporto”. Cosa chiede: “Un immediato intervento, degnamente riparatore - non le solite 'pezze' che aggraverebbero la situazione. È da ritenersi doveroso e, oltre ogni penuria di bilancio, prioritario.  Lo esige il rispetto che si deve alla nobilissima città di Perugia”. Non c’è altro da aggiungere. Quando parla un poeta ha parlato la verità.

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