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Cronaca

INVIATO CITTADINO Arco Etrusco ritrovato. La potatura dei lecci libera i riflettori incapsulati nella chioma e... luce fu

Piazzetta Puletti. L’operazione potatura dei lecci libera i proiettori e giova all’Arco Etrusco. Possiamo a buon diritto ripetere la frase biblica FIAT LUX... ET LUX FACTA EST.  È solo uno degli effetti positivi di questo immane lavoro che si protrae da diversi giorni. Scopriamo così che una parte dell’illuminazione 002 I riflettori in azione fotografati ieri sera-2del massimo monumento etrusco della Vetusta era impallato dalla fluente chioma di alcuni lecci soggetti alle diligenti cure dei potatori. Uno in particolare aveva finito con l’incapsulare quei potenti fari tra le sue fronde. Col deleterio risultato di annullarne completamente il prodotto luce, imprigionata e vanificata. In effetti, l’Arco è impreziosito da una doppia fonte d’illuminazione. La prima parte dal basso, ossia dai piedi della tessitura muraria. Ed è quella che segna lo slancio verticale.

Una seconda fonte di luce, adeguatamente puntata sul sotto fornice e sulla scritta AUGUSTA PERUSIA, fra i torrioni e sui fastigi del monumento, è una batteria di riflettori issati al vertice di un lungo palo posizionato all’interno della piazzetta Puletti. È appunto quello che veniva impallato dalla chioma, adesso finalmente rimossa nella sua parte sommitale. A dire il vero, sono stati liberati anche i fari (fissati allo stesso supporto) puntati su Palazzo Gallenga-Stuart. Con un evidente beneficio scenografico. È grazie a questa operazione che finalmente la batteria di riflettori può svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Rendendo apprezzabile la monumentalità dell’Arco d’Augusto. Esaltando la scritta e l’arco.

03 Riflettori liberati-2Effetto secondario di una potatura, arrivata “meglio tardi che mai”. Senza contare che aver diradato la selva urbana dei lecci (immaginata da Pietro Porcinai come bassa siepetta) comporta anche il beneficio di poter ammirare compiutamente il muro che discende dalla piaggia di San Fortunato fino all’Arco. Insomma: mai operazione si rivelò più utile e assennata. E pare il caso di dirlo apertis verbis. Le foto in pagina e in gallery ne costituiscono una prova irrefutabile. L’Inviato Cittadino si è recato in loco per verificare la “liberazione” dei riflettori e l’effetto sul monumento. Confessa di essere rimasto in ammirazione estatica davanti a quella meraviglia, mentre qualcuno attendeva pazientemente in auto.

[Detto tra noi: Credo che a una certa signora si dovrebbe consegnare il tesserino da giornalista, come facemmo – nel corso di un indimenticabile memoria con amici e colleghi – con la Cencia, la signora Vincenza Pottini, vedova dell’indimenticabile Marcello Monacelli ... ma questo è un altro discorso!]. Bella anche l’occasione della targa, che unì il ricordo di Ciliani e di Monacelli [Ricordare Marcello Monacelli dedicandogli una targa alla sede dell'Ordine di via del Macello (perugiatoday.it)]. Ma torniamo all’Arco Etrusco.

Grazie al Comune di Perugia che ha preso questa lodevole iniziativa. Chiamo a testimone lo storico e archeologo Franco Mezzanotte che, dalle finestre di casa sua, può godersi il rinnovato spettacolo dell’Arco “ritrovato”. Diversamente da quanto scritto sul bugiardino dei farmaci riguardo agli “effetti indesiderati”, stavolta si può apprezzare un effetto “non secondario”. Anzi: certamente primario, “desiderato” e auspicabile.

4 La scritta e il fornice finalmente illuminati-2

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