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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

IL DIBATTITO Italia Nostra dice "no" al progetto finanziato dei Bus Rapid: "Dopo il Minimetro, si rischiano nuovi sprechi"

La posizione di Italia Nostra ribadita dal presidente della sezione di Perugia, Luigi Fressoia

Il pubblico non vuole ‘rotture’. Dopo la tragedia Minimetro, col BRT nuovi sprechi e inefficienza. La posizione di Italia Nostra ribadita dal presidente della sezione di Perugia, Luigi Fressoia, e da tanti iscritti. Fra i quali l’esperto di trasportistica Alessio Trecchiodi. Ne abbiamo già parlato con Trecchiodi [Mobilità a Perugia, Trecchiodi boccia i bus "rapid" elettrici: "Aggiungeremo altri debiti certi" (perugiatoday.it)], ma ci torna Fressoia con un lungo post.

Il primo equivoco da dissipare.
“Si chiama Brt (“bus rapid transit”, con l’inglese notoriamente d’acchiappo) o anche Metrobus. Ma, a dispetto del nome ingannatore (“metro…”), non è una metropolitana (su binario) bensì è un bus su gomma”.
Quale il percorso?
“È previsto da Castel del Piano a Fontivegge in 42 minuti passando per la Perugina, Ponte della Pietra e via Settevalli (12 chilometri). Al costo di 92 milioni”.
Come si muoverà?
“Non su binari, ma su gomma: si muoverà per l’80% del proprio tragitto in mezzo al traffico, in mezzo ad automobili, furgoni, camion, motorini e apetti, anche se godrà di qualche semaforo dedicato”.
Con quali benefici?
“Nessuno. Non potrà avere tempi certi di percorrenza, già lunghi di suo”.

La questione della “rottura”.
“I suoi lodatori vantano Fontivegge come “nodo strategico di scambio” tra Metrobus, Minimetrò, Treni e Bus, nascondendo che proprio il cambio di mezzo uccide l’appetibilità dei mezzi pubblici presso il pubblico”.
Cioè?
“La gente non ama scendere a metà percorso e salire su altro mezzo, poiché teme di perdere coincidenze, fuori può fare troppo freddo o troppo caldo, può avere bagagli... E finisce per continuare ad usare solo la propria automobile”.

Ma i propugnatori di questo ‘nuovo’ sistema queste cose non le sanno?
“Chi progetta mezzi pubblici non può ignorare queste verità base dei trasporti. Proprio per questo, le città medie o piccole d’Europa (come la nostra) cercano di dotarsi di un solo sistema principale (con gli altri sistemi che al caso fanno da adduttori), ma non dotarsi di più sistemi equivalenti. Peraltro in questo Metrobus non riusciamo a trovare puntuale analisi costi-benefici e conseguente piano economico finanziario, pur previsti da sterminate teorie di leggi e regolamenti”.
Dunque, secondo voi, un fallimento su tutti i fronti?
“Proprio così”.

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