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Cronaca

L'Intervista - Sandro Allegrini: "Vi racconto di quel cantante perugino dimenticato: un angelo ucciso dal pregiudizio"

Benito Vicini, cantante, pittore, artista perugino, ingiustamente emarginato in vita e riscoperto a oltre dieci anni dalla morte. Unica colpa....essersi dichiarato omosessuale

Chiediamo al nostro collaboratore Sandro Allegrini lo stato dell’arte della toponomastica perugina, in merito alla quale è suggeritore di tante iniziative andate a buon fine. L’ultima delle quali, lanciata nel social facebook e sulle pagine di PerugiaToday. Sua la proposta di intestazione delle due rotatorie vicino al Pam: quella a Walter Binni (di cui il figlio Lanfranco gli serba gratitudine) e quella a Virgilio Coletti. Sua l’operazione di intestazione di via dell’Arco (vicina al liceo ginnasio Mariotti) alla memoria del poeta perugino Claudio Spinelli. Sua la ricerca della vera casa natale di Sandro Penna (oggi proprietà Corvi), sulla quale si premurò di far apporre una targa col più bel distico penniano: “Io vivere vorrei addormentato / entro il dolce rumore della vita”

Sandro, che mi dici a proposito di quest’ultima proposta di Camicia su Benito Vicini, cantante, pittore, artista perugino, ingiustamente emarginato in vita e riscoperto a oltre dieci anni dalla morte? Ho personalmente conosciuto Benito e ho fatto con lui anche l’esperienza di musicista, per un breve periodo, in una stagione artistica a Cattolica. Ci trovavamo lì, in Vespa, senza un centesimo. Lui cantava al Mississippi, un locale alla moda sul mare, e ci volle a suonare con lui facendoci rimediare i soldi per la vacanza.

Da dove derivava la conoscenza? Sono cresciuto alla Pesa e lui abitava in via Pinturicchio: quindi lo vedevo molto spesso. Mi
mostrava anche i suoi splendidi scorci pittorici di Perugia, città natale (in cui ha deciso di vivere e di morire), che Nito amava di un affetto profondo e incorrisposto (almeno da parte dei cittadini più grevi e ignoranti). Quando esponeva nell’atrio della Banca Popolare di Spoleto, ebbi a fargli anche una nota critica che apprezzò parecchio.

Che mi dici delle sue doti canore? Come cantante era stupendo, raffinato, con un orecchio musicale. Era abilissimo nei “ritardi”, che costituivano dei veri recitativi. Meravigliavano le sue interpretazioni in francese. Era superiore ad Achille Togliani, che vinse il concorso nazionale (Eiar/Rai) arrivando dietro di lui, ma che riscosse un enorme successo popolare. Anche perché, diversamente da Benito, celò le proprie inclinazioni dietro un atteggiamento “maschio”. Quando venne a Perugia Umberto Bindi (cantante, pianista, compositore di livello internazionale) si presentò al Teatro Turreno in pelliccia di visone, suscitando ilarità e dileggio. Tra le altre cose, Bindi dichiarò che conosceva e apprezzava Benito.

Ma poi Perugia l’ha dimenticato, o ha rimosso la sua figura “scomoda”. "Per ricordarlo a dieci anni dalla morte, come Accademia del Dónca, promossi al Morlacchi un incontro con tante testimonianze. Per il settore artistico parlò Nello Spinelli (a.d. Minimetro), noto esperto di pittura, fratello del grande Claudio che rispettava Benito. Per la musica, relazionò Gian Franco Ticchioni, trombettista stupendo, fondatore della Perugia Big Band, recentemente scomparso. Il parere di Gian Franco era una garanzia: ben lo sanno i perugini che l’hanno conosciuto.

Come nasce la proposta di Carmine Camicia? Il consigliere Camicia è molto attento alla toponomastica e si era espresso criticamente su facebook in relazione ad alcune scelte. Gli ho lanciato l’idea (in verità, una sfida) sull’intestazione a un personaggio che Perugia aveva segnato con una specie di marchio d’infamia, legato alle sue scelte di vita. Camicia non solo ha raccolto, ma ha rilanciato. Lascio agli stolti la banale riflessione sul nome di Vicini e su certi richiami pseudo ideologici al Duce, semplicemente risibili. Dopo di che, ho passato al consigliere una breve biografia di Nito, che avevo diramato nel comunicato dell’evento al Morlacchi. Camicia l’ha fatta propria e ha scritto al presidente della Commissione toponomastica, avanzando la richiesta d’intestazione. Tutto qui.

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