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Cronaca

Intasca le donazioni per i terremotati, condannato per peculato e non per appropriazione indebita

Condannato il responsabile di un gruppo di Protezione civile di un Comune umbro per essersi appropriato delle somme raccolte dopo il terremoto in Umbria

Il coordinatore del gruppo di Protezione civile che si appropria delle somme devolute dai cittadini per le popolazioni colpite dal sisma si macchia del reato di peculato (4 anni di pena), come se fosse un pubblico ufficiale, e non di appropriazione indebita.

Secondo i giudici della Corte d’appello di Perugia “integra il delitto di peculato la condotta del coordinatore dei volontari della Protezione civile di un Comune consistente nell’appropriazione delle somme raccolte allo scopo di essere devolute alle popolazioni colpite da un terremoto”.

In appello è stata confermata “la qualificazione giuridica dell’imputato come incaricato di pubblico servizio, soggetto attivo del delitto di peculato e non del meno grave delitto di appropriazione indebita, desumendola dal fatto che il gruppo di cui era coordinatore era finanziato dal Comune di riferimento e svolgeva un servizio di pubblica utilità e dalla circostanza che le somme indebitamente ritenute erano state raccolte con la finalità, di pubblico interesse, di essere devolute alla popolazione colpita da un evento sismico”.

Per i magistrati non conta il fatto che “la somma raccolta non era stata iscritta al bilancio del Comune, bensì depositata presso un conto corrente ascrivibile al gruppo di volontari” in quanto “sussisteva, in ogni caso, un obbligo di rendicontazione al comune stesso”.

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