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Cronaca

Insegue la moglie con il coltello, poi si pente e chiama l'amico carabiniere: "Vieni ad arrestarmi"

L'uomo era stato disarmato dal figlio. In tribunale con l'accusa di minacce aggravate viene difeso da tutta la famiglia: "Non si è più comportato male"

Insegue la moglie con un coltello in mano, viene disarmato dal figlio e, poi, pentito chiama l’amico carabinieri per farsi arrestare.

Un uomo, italiano di 55 anni, difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli, è finito davanti al giudice per l’accusa di minacce nei confronti della moglie e dei figli, perché una sera, rientrato a casa in stato di alterazione, avrebbe iniziato a litigare con la moglie e, afferrato un coltello da cucina, avrebbe iniziato da inseguirla, cercando di colpirla.

La donna aveva interposto il tavolo tra lei e il marito e, mentre l’uomo cercava di colpirla, lei girava attorno al mobile. Poi era intervenuto il figlio maggiore che era riuscito a disarmare il padre, ma l’uomo non si era calmata e aveva iniziato a gettare a terra piatti, bicchieri e stoviglie, minacciando la donna e i figli.

Dopo alcuni e lunghi minuti di furia, l’uomo si era calmato, aveva preso il telefono per chiamare un amico carabinieri, chiedendogli di venire subito a casa, altrimenti avrebbe combinato un “guaio”.

Da quei fatti è scaturito un procedimento d’ufficio per minacce aggravate. In tribunale la moglie e i figli hanno raccontato che negli anni successivi (in aula i procedimenti arrivano sempre dopo due o tre anni almeno) l’uomo non ha più dato segni di violenza o di insofferenza.

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