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Cronaca

Infiltrazioni mafiose in Umbria, Procuratore Fumu: "Siamo terra per investimenti da parte dei clan"

Un appello alla massima attenzione e collaborazione tra cittadini, imprenditori e istituzioni arriva dal Consiglio provinciale aperto incentrato sulle infiltrazioni mafiose in Umbria. Ecco tutte le analisi e i rischi sollevati dagli addetti ai lavori

L'Umbria non vuole rassegnarsi alle infiltrazioni mafiose che proprio in questo periodo di crisi stanno prendendo d'assalto il tessuto economico regionale in forte difficoltà. Tutto questo per ripulire i denari sporchi derivanti da affari illegali (droga, prostituzione e pizzo). Un appello al massimo impegno e ad una lotta senza quartiere arriva dal consiglio provinciale aperto sulle infiltrazioni mafiose in Umbria al quale hanno partecipato, come relatori, Gianpiero Bocci, sottosegretario di Stato del Ministero dell’Interno, Pietro Laffranco, deputato PDL, Paolo Brutti, presidente della Commissione regionale d’inchiesta, Giacomo Fumu, procuratore della Repubblica, rappresentanti dell’Associazione Libera – Umbria e Alvaro Fiorucci, caporedattore RAI TGR Umbria. Il tutto sotto l'organizzazione del presidente del consiglio, Giacomo Leonelli e il presidente della Giunta regionale Marco Vinicio Guasticchi. 

IL CAPO PROCURATORE GIACOMO FUMU - “L’attenzione deve essere massima. In Umbria non abbiamo iscrizioni all’articolo 416 bis del codice penale ma abbiamo organizzazioni condotte principalmente da stranieri, soprattutto per quanto riguarda il traffico degli esseri umani (prostituzione) e gli stupefacenti. L’Umbria non accetta il pizzo, non dobbiamo avere paura di questo. La mafia oggi cerca il consenso, noi abbiamo meno difese per quella che si può definire la conquista silente, siamo una terra di investimenti, è molto più facile occultare quelli di dubbia provenienza. Serve una cultura della legalità, ci vuole la collaborazione di tutti”.

SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI GIANPIERO BOCCI - "Dobbiamo contestualizzare i fatti e avere un metro oggettivo, dare una lettura omogenea del fenomeno mafioso: oramai l’Umbria da tempo non è un isola felice come una volta. Lo Stato però non ha fatto poco, abbiamo tanti morti sul campo. Dai dati dell’intelligence risulta che non ci sono forti infiltrazioni in Umbria, anche i numeri dei sequestri non sono elevatissimi. L’Umbria ha il vaccino giusto”.

PRESIDENTE GIACOMO LEONELLI - “E’ nostro dovere continuare a tenere alta, anzi altissima l’attenzione, su come agiscono o possono agire le associazioni mafiose in Provincia di Perugia e più in generale in Umbria. E’ a rischio, in tempi di crisi, gran parte del tessuto economico di casa nostra”: non è stato un saluto istituzionale quello del Presidente Giacomo Leonelli ma un invito alle istituzioni, alle forze dell’ordine e al mondo dell’informazione a continuare ad alimentare il dibattito sulle infiltrazioni mafiose. “Non è un rischio probabile, è una realtà che alcuni dei nostri imprenditori stanno già costatando e segnalando anche alle forze dell’ordine e agli amministratori politici. Per questo abbiamo fortemente voluto un consiglio provinciale monotematico con molti relatori che conoscono bene cosa sono, come si muove e i danni che producono le mafie”

ONOREVOLE PIETRO LAFFRANCO - “I cittadini si sentono attaccati quando accadono fatti come il maxi sequestro a Ponte San Giovanni o vedono lo spaccio di droga. Il salto di qualità in fatto di sicurezza si può fare se si comincia a divulgare, tutti, la cultura della legalità”. 

IL GIORNALISTA ALVARO FIORUCCI: “Da noi non avviene più il trasferimento di soldi con la classica valigetta, adesso ci sono più moderni mezzi finanziari. Ci sono però profili più ‘sottotono’ ma altrettanto pericolosi: spesso la città si è girata dall’altra parte quando si sono verificati episodi sospetti anche nei piccoli atteggiamenti quotidiani, come il traffico degli affitti. E’possibile che non ci si renda conto a chi affittiamo l’appartamento?”. 

ASSESSORE PORZI - L'assessore ha ricordato l’articolato e attento lavoro compiuto dalla Provincia nell’ambito della cultura alla legalità, partendo soprattutto dai più giovani. “il rispetto delle regole deve essere favorito e sostenuto partendo soprattutto dalla più tenera età. Ho visto come insegnante dei ragazzi portati via dai carabinieri. Questo non deve più succedere”.

ASSOCIAZIONE LIBERA - Fabrizio Ricci dell’associazione Libera-Umbria ha ricordato il ruolo di “sentinella” della sua associazione ed ha aggiunto: “Ci sono settori preoccupanti da tener presenti: lo spaccio di droga, il fiorire dei compro oro e dei negozi di ortofrutta, le mafie vi hanno messo le mani da tempo. Da notare anche i molti immobili che sono stati sequestrati. C’è quindi bisogno di maggiore attenzione in molti settori, anche dal punto di vista degli appalti e dei sub appalti”. Nel suo intervento il presidente della Commissione regionale d’inchiesta “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata”.

PRESIDENTE COMMISSIONE ANTI-MAFIA IN UMBRIA - Paolo Brutti ha spiegato: “Nel nostro territorio non troviamo il classici ‘soldati’ che presidiano, ma ciò non ci deve tranquillizzare, anche perché è radicalmente cambiata la struttura della mafia. Ora acquistano tutto quello che permette di ripulire il denaro (molto nell’ambito del settore ampio del divertimento). Noi però abbiamo un potente mezzo da rafforzare: si possono sequestrare i patrimoni che si ritengono acquisiti con atti criminali di stampo mafioso. Per fare ciò ci vuole collaborazione, tutti, anche gli amministratori, se hanno qualche sospetto, devono parlare”. 

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