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Cronaca

Arresti 'Ndrangheta a Perugia, intercettazioni e nomi di politici. Nilo Arcudi: "Mai incontrati, mai avuto sostegno, mai aiutati"

Non sono indagati e non hanno svolto un ruolo negli affari sporchi, ma alcuni arrestati parlano di un sostegno a due esponenti del centrosinistra nel 2014. Voci? Millanterie? O confessioni? I diretti interessati smentiscono

Non sono indagati, non hanno restrizione e hanno ribadito non solo di non avere avuto legami ma neanche di conoscerli quei signori, arrestati per 'ndrangheta, nell'ambito dell'inchiesta che, stavolta più che mai, dimostra quanto la mafia stia conquistando giorno dopo giorno l'economia umbra, alcuni posti di potere e il mercato criminale locale (di riferimento in fatto di droga per il centro italia). Ma una intecettazione, indiretta, sta mettendo a soqquadro la vita di due esponenti politici: l'ex vice-sindaco del Comune di Perugia, Nilo Arcudi (socialista) e l'ex consigliere comunale del pd, Alessandra Vezzosi. 

Due politici perugini tirati in ballo -  hanno già ribadito di essere estranei e di non conoscere coloro che hanno fatto queste dichiarazioni - da Antonio Ribecco, membro affiliato al clan Manolo e da esponenti legati a Cosimo Commisso, considerato capo della cosca sidernese (leggi l'articolo del Corriere su intercettazioni). I sospetti - non ci sono indagini o avvisi di garanzia - indicano infiltrazioni alle elezioni 2014 dove, tra l'altro lo schieramento di centrosinistra - a cui appartenevano i due esponenti - perse per la prima volta il comune di Perugia. 

Nilo Arcudi - ora eletto con una civica e attuale presidente del consiglio comunale - contatto da Perugiatoday.it si è detto amareggiato ma tranquillo dato che non conosce e non ha incontrato nessuno dei nomi che ha letto sui media in queste ore. Ha voluto diramare una nota ufficiale dove ripercorre tutte le sue tappe politiche respingendo tutti i sospetti e ribadendo di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia. Ecco il testo integrale:  

"Apprendo dagli organi di stampa che un soggetto indagato nella recentissima operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, che ha portato a diversi arresti anche in Umbria, avrebbe fatto il mio nome nel corso di una conversazione intercettata, poiché in una passata elezione avrebbe votato per la mia candidatura. Preliminarmente mi preme sottolineare che, sia come privato cittadino ma soprattutto nei ruoli istituzionali da me ricoperti in questi lunghi anni, ho sempre combattuto in modo aperto e senza tentennamenti tutte le forme di criminalità, anche organizzata, tanto più la ndrangheta, che ha purtroppo impoverito, umiliato ed annientato la terra dove sono nato.

Sia io che i miei  collaboratori, da sempre, abbiamo con estrema prudenza monitorato e selezionato, anche acquisendo preliminari informazioni, le persone da incontrare con le quali lavorare, condividere, promuovere e progettare ogni forma di iniziativa politica che riguardava il sottoscritto e/o le forze politiche alle quali appartenevo.

Dal 2003 al 2019 ho partecipato a centinaia di manifestazioni elettorali incontrando in quelle occasioni pubbliche migliaia e migliaia di persone, di ogni ceto sociale e provenienza geografica, persone alle quali ovviamente non potevo richiedere, né delle quali potevo conoscere, precedenti penali e/o frequentazioni. Nel tempo ho ricevuto migliaia di voti, dato facilmente riscontrabile, ma solo oggi, ripeto, vengo a conoscenza che in una precedete competizione politica avrei ottenuto il voto di un soggetto oggi indagato per mafia. Qualora ne avessi avuto la minima percezione all'epoca non avrei mai, mai e poi mai accettato o voluto neanche questo singolo voto. Qualora invece si fosse trattato di un subdolo tentativo di insinuarsi e creare legami con le istituzioni, tale tentativo è andato, di sicuro con me, totalmente a vuoto.

Viene da solo, vista la premessa, che escludo categoricamente e totalmente che qualcuno degli odierni indagati/arrestati abbia ottenuto in tutti questi anni da me un incotro o un appuntamento per chiedere o ottenere qualcosa. È evidente che, ove necessario, non avrò alcuna esitazione a tutelare la mia onorabilità, sia come uomo che come politico, in tutte le sedi opportune. Plaudo al contempo alla procura ed alle forze dell'ordine per il prezioso lavoro fatto a tutela del territorio e dell'Umbria".

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