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Incidenti stradali

Il danno e la beffa, l'unico modo per essere risarciti dagli incidenti con i selvatici? Fare causa alla Regione. Dal 2015 zero assicurazioni e fondi

Tutto questo nonostante incidenti e cinghiali siano triplicati. La Regione punta sulla caccia in selezione e spera che ci metta le mani lo Stato: "la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato..."

Dall'inizio del 2015 la Regione ha disdetto l'assicurazione per la copertura degli incidenti provocati dalla fauna selvatica. Era considerata troppo cara per le casse pubbliche: 2milioni di euro. L'ultimo fondo per pagare le spese agli automobilisti risale a sei anni fa: liquidati 390mila euro per 156 risacimenti su 570 richieste. Forte di questo dato la Regione - ai tempi guidata dal centrosinistra della Presidente Marini - e a loro dire di una "giurisprudenza favorevole" nella maggior parte dei casi, anche il fondo fu risparmiato.

Dalla fine del 2016 quindi ottenere un risarcimento è sempre più difficile ed onoroso per i cittadini che hanno una solo strada: quella della causa in un tribunale. Così scrive l'assessore Melasecche nel rispondere al question time in consiglio regionale alla vice-presidente Meloni del Pd: "Con riferimento agli incidenti che si sono verificati dal 2016 in poi, non si è più provveduto al risarcimento dei danni in via amministrativa e per i risarcimenti devono essere prodotte le domande in sede giudiziale. L’andamento del contenzioso appare quasi sempre favorevole alla Regione, pertanto non è possibile procedere per via amministrativa alla riattivazione di procedure per il riconoscimento di risarcimenti". A pagare dunque è sempre il cittadino che, spesso non fa neanche causa, per non perdere eventualmente altri soldi. E la situazione si fa sempre più difficile: l'emergenza Covid-19 e le conseguenti restrizioni alla circolazione - ha spiegato Meloni - hanno favorito il prolificare di fauna selvatica in tutto il territorio nazionale e regionale: si stima che in Italia la popolazione dei cinghiali è aumentata del 15 per cento. Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81 per cento), secondo la stima della Coldiretti sui dati ACI Istat.

Un problemino che la politica dell'Umbria dovrebbe affrontare e rivedere magari a tutela dei cittadini a livello di salute che di portafoglio. Ma sul fronte dei risarcimenti non se ne parla ed è chiaro l'intento di scaricare tutto sullo Stato: "Recentemente, in sede di Commissione per le Politiche agricole, - ha spiegato l'assessore Melasecche è stata ribadita al Ministero l’opportunità di inserire nella responsabilità civile ‘auto’ la copertura per danni da fauna selvatica e prevedere modalità di intervento più snelle e celeri. Lo Stato non può ritenersi fuori da questa problematica, visto anche che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, la cui gestione è stata trasferita alle Regioni senza prevedere contestualmente adeguati trasferimenti di risorse economiche”.

L'unica speranza, per evitare incidenti, a questo punto sono le azione di contenimento dove anche in questo caso, tra ritardi e polemiche, la Regione non brilla ma almeno qualcosa fa: riduzione degli ungulati ed in particolare dei cinghiali, l’introduzione della caccia di selezione al cinghiale; la rilevante diffusione di capi di cattura presso le aziende agricole; il potenziamento dell’attività di controllo nelle aree protette; l’aggiornamento del piano regionale di controllo e contenimento della specie cinghiale. "Rispetto all’attività di prevenzione continua l’utilizzo e il collocamento dei sistemi sperimentati nell’ambito del progetto Life Strade, con particolare riguardo ai tratti della rete viaria maggiormente interessati da incidenti stradali causati da fauna selvatica": ha concluso Melasecche. Un elenco di interventi che però non escludono un atto di buonsenso da parte della Regione di sostegno per i cittadini per evitare quello che accade oggi: oltre il danno la beffa.

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