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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Durante una gara in bici si schianta contro un'auto e rimane paralizzato: indagati anche i soccorritori

Da stabilire se le manovre effettuate dai soccorritori abbiamo peggiorato le condizioni del ferito. All'arrivo in ospedale sarebbe stato malposizionato sull'asse spinale, senza collare cervicale e privo di fissaggio del ragno all'asse

Un appassionato ciclista vittima di un tragico incidente durante una gara sportiva al Trasimeno. Era febbraio del 2014 quando, durante una competizione sportiva ciclistica all’interno di un percorso cittadino, un partecipante andò violentemente a sbattere contro un’auto in sosta, riportando danni permanenti. A seguito della denuncia e degli accertamenti effettuati, è stato aperto un fascicolo a carico dell’organizzatore della gara (difeso dall'avvocato Alessandro Vesi); secondo la procura l’incidente sarebbe stato causato da una violazione delle indicazioni prescritte della Prefettura di Perugia. Durante il periodo di sospensione temporanea della circolazione era infatti vietato il transito di qualsiasi veicolo non al seguito della gara, in entrambi i sensi di marcia del tratto interessato dal transito dei concorrenti. Inoltre “era vietato a tutti veicoli di immettersi nel percorso interessato dal transito dei concorrenti”. Per la procura, se gli organizzatori avessero rispettato le cautele prescritte nei provvedimenti autorizzati, l’auto con cui il ciclista andò a sbattere, non sarebbe potuta entrare all’interno del circuito nel quale si stava svolgendo la competizione.

Lo sportivo stava effettuando il terzo giro di gara insieme ad un altro gruppo di ciclisti quando, improvvisamente, venne sbalzato violentemente a terra, a seguito dell’impatto con quell’auto “ferma dentro la banchina erbosa”. Il ciclista (difeso dall'avvocato Elena Babucci) prima ricoverato all’ospedale di Castiglione del Lago e poi a Perugia, riportò lesioni gravissime e permanenti. 

Ma nel fascicolo a carico degli indagati, risultato iscritti anche il personale sanitario che per primo prestò soccorso al ferito e lo trasportò  in ambulanza all'ospedale di Castiglione del Lago. Ora sarà la perizia richiesta dal pm Formisano a valutare se i sanitari volontari abbiano contribuito a peggiorare le condizioni di salute del ciclista. Secondo il pm, l'incidente sarebbe stato causato dalla violazione delle indicazioni prescritte nel provvedimento, ma resta da chiarire per il gip Lidia Brutti se le lesioni gravissime subite siano conseguenza solo delle presunte omissioni organizzative o se ci sia stata anche la corresponsabilità dei soccorittori che - sia ad avviso del consulente della persona offesa - sia dei consulenti del pm avrebbero effettuato manovre di immobilizzazione non corrette. All'arrivo al pronto soccorso del ferito, i medici  notarono il malposizionamento sull'asse spinale, mancanza di collare cervicale e del fissaggio del ragno all'asse spinale.

Se da una parte il consulente della parte offesa (Anna Maria Verdelli) rilevò una correlazione tra le manovre errate dei soccorittori e un peggioramento delle condizioni dell'uomo, per i consulenti del pm non è possbile stabilire se l'inosservanza possa aver contribuito anche solo in parte alla genesi del danno midollare. Il gip ha quindi disposto di procedersi nelle forme di incidente probatorio volto ad indicare, tramite perizia, possibili legami tra "l'imperizia" dei soccorittori e ulterori danni fisici all'uomo.

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