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Cronaca

Inchiesta Tav di Firenze, la Lorenzetti rinviata a giudizio: ma cadono le accuse più gravi

L'ex presidente dell'Umbria e della società Italferr prosciolta per non aver commesso il fatto a riguardo di reati pesantissimi. Restano solo le pressioni a favore di società private

Se da Perugia - inchiesta Sanitopoli - il sostituto procuratore Giuliano Mignini ha chiesto una conferma della condanna di primo grado con tanto di pena più pesante, dal fronte giudiziario di Firenze arrivano notizie migliori per l'ex presidente dell'Umbria e della società Italferr, Maria Rita Lorenzetti.

L'inchiesta della Tav fiorentina è stata in parte sgonfiata dalle decisioni del Gup Alessandro Moneti che ha prosciolto da tutte le accuse gli ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e Giuseppe Mele. A giudizio, ma alleggerita di varie imputazioni, Maria Rita Lorenzetti.

L'ex presidente dell'Umbria è stata invece prosciolta 'perche' il fatto non sussiste', da accuse di corruzione, falso e abuso d'ufficio per altri episodi sempre relativi a presunte 'pressioni' per ottenere autorizzazioni ai lavori. Va a processo per   aver operato e spinto "alcune aziende private mettendo a disposizione conoscenze personali, propri contatti politici e una vasta rete di contatti. Un'accusa che la Lorenzetti ha sempre respinto e ora dovrà dimostrare la sua buona condotta nel corso del processo fiorentino. 
 

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