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Cronaca

Inchiesta sanità - Le accuse: i politici "ordinavano" e i funzionari "manipolavano" i concorsi

Secondo la Procura di Perugia i compiti sarebbero stati ben divisi: la politica avrebbe indicato i nomi da promuovere e gli amministratori avrebbero fatto in modo che ciò avvenisse

La Presidente della Regione Umbria, l’assessore alla Sanità, un sottosegretario, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, la responsabile dell’ufficio personale dell’Azienda ospedaliera, dirigenti, direttori, coordinatori, impiegati. Sono 45 le persone sulle quali la Procura di Perugia ha puntato gli occhi quando ha aperto il fascicolo su una vasta serie di presunti illeciti nella gestione dei concorsi e degli appalti nella sanità regionale umbra. Adesso i pubblici ministeri Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno chiuso le indagini e notificato tutto agli indagati.

Secondo la Procura Catiuscia Marini, Luca Barberini, Gianpiero Bocci, Emilio Duca, Maurizio Valorosi, Maria Cristina Conte, Rosa Maria Franconi, Diamante Pacchiarini e Antonio Tamagnini (difesi dagli avvocati Nicola Pepe, David Brunelli e Chiara Peparello, Alessandro Diddi, Francesco Falcinelli, Francesco Crisi, Riccardo Leonardi, Franco Libori, Maria Mezzasoma, Diego Ruggeri) in associazione tra loro avrebbero commesso “una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, nella specie abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale” al fine di manipolare i “concorsi pubblici banditi dall’Azienda ospedaliera di Perugia e/o dall’Usl Umbria 1 per garantire la vittoria o il posizionamento ‘utile’ in graduatoria dei candidati preventivamente determinati dagli stessi associati”.

Sulla base di queste accuse la Procura ha chiuse le indagini e adesso gli indagati, attraverso i loro legali, potranno presentare documenti, memorie, richieste di interrogatorio e quant’altro possa essere utile per contestare le accuse. Solo al termine di queste procedure la Procura potrà procedere alla richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. In ogni caso si dovrà andare davanti al giudice.

Per la Procura Marini, Bocci e Barberini avrebbero “creato una vera e propria rete di sistema” attraverso la quale condizionare “gran parte dei concorsi pubblici”, impartendo “direttive attraverso i vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da loro stessi”.

Tali ordini, sempre secondo la Procura, avrebbero raggiunto Duca, Valorosi e Pacchiarini che dopo essersi “interfacciati” con i politici di cui sopra, avrebbero acquisito “dagli stessi i nominativi dei candidati segnalati ed indicandoli di volta in volta ai componenti delle Commissioni esaminatrici, in modo da consentire la vittoria o la collocazione utile in graduatoria”.

Per la Procura Pacchiarini, in quanto direttore sanitario, avrebbe appoggiato e affiancato Duca e Valorosi “nell’illecita gestione dei molteplici concorsi pubblici banditi, intervenendo direttamente nella manipolazione della procedura concorsuale”.

Antonio Tamagnini, Maria Cristina Conte e Rosa Maria Franconi, invece, per l’accusa avrebbero contribuito “all’alterazione delle procedure concorsuali, attuando le disposizioni impartite dai direttori apicali dell’azienda sanitaria, sfruttando a tal fine l’incarico di presidente, segretari o componente delle commissioni esaminatrici dagli stessi rivestito nell’ambito” dei concorsi pubblici.

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