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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta sanità - "Le sistemiamo tutte e tre", le intercettazioni telefoniche e messaggi per aggiustare i concorsi entrano nel processo

La decisione del collegio giudicante nell'ambito del processo sull'indagine che ha spazzato via la seconda giunta Marini

“Le sistemiamo tutte e tre, così abbiamo fatto contenti tutti. È venuto un bijoux”. È una delle intercettazioni che fanno parte delle “indagini che hanno disvelato solo alcuni dei concorsi diretti e condizionati mediante illeciti penali” che coinvolgono anche “gli altri indagati che rivestono funzioni di rilievo nell’Azienda Ospedaliera di Perugia” con il pericolo “ravvisabile nel loro inserimento in quello che Duca ha definito un ‘sistema’”. Lo scrivono i sostituti procuratori Mario Formisano e Paolo Abbritti nelle centinaia di pagine che riguardano l’inchiesta sui presunti concorsi truccati nella sanità umbra e che entrano a far parte del fascicolo processuale.

Pagine dense di intercettazioni telefoniche e ambientali, di messaggi di chat carpiti grazie ad un trojan inoculato nei telefoni degli indagati. Frasi e messaggi che entrano nel procedimento che ha travolto l’ex presidente della Regione, Catiuscia Marini, i vertici della sanità regionale, l’ex parlamentare Gianpiero Bocci ed esponenti del Partito democratico umbro. Nessuna intercettazione riguarda Gianpiero Bocci, tanto da far sostenere al suo difensore, l'avvocato David Brunelli, che la posizione del suo assistito è “difendibilissima e leggera”. Lo stesso può dirsi della ex governatrice Marini, anche se in un passaggio si parla di eventuali domande per un concorso da passare ad una candidata “amica”. Lei non era spiata direttamente, ma attraverso il trojan inoculato nello smartphone dell’ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia, Emilio Duca.

Computer, telefoni, chiavette usb, dvd, tablet e account di posta elettronica erano stati posti sotto sequestro dalla procura perugina nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei concorsi della sanità regionale. Professionisti hanno effettuato “l’estrazione logica e ove possibile fisica sui cellulari e materiale informatico “ stando attenti a conservare i “dati originali e ad impedirne l’alterazione”, facendo anche copia forense “delle memorie del computer e/o dei dispositivi informatici e cellulari”.

Da sottoporre a perizia anche gli “account di posta, eventuali social e altri applicativi quali ad esempio: whatsapp, facebook, messenger, instagram, telegram … reperiti nel corso delle operazioni di perquisizione e sequestro” per poi estrarre tutti i dati e i contenuti.

Alla procura perugina interessavano i “dati, rubrica contatti telefonici, filmati, immagini, documentazione” sotto qualsiasi formato, poi la “messaggistica in entrata ed in uscita presente anche in bozza e/o anche cancellata, scambiata con il canale di posta elettronica e/o anche con le eventuali applicazioni del genere Facebook, Whatsapp,Telegram … e/o comunque ogni altra applicazione, tra le persone sottoposte ad indagini e/o comunque verso e/o chiunque altro soggetto”.

Il nuovo collegio giudicante ha deciso di far confluire le intercettazioni nel procedimento attuale, che ha riunito tutte le posizioni, disponendo anche una accelerazione, con tre udienze al mese.

Secondo l’accusa i concorsi truccati sarebbero quelli che riguardano l’assunzione di medici, infermieri e personale ausiliario nell’ospedale di Perugia. I concorsi, secondo l’accusa, sarebbero stati truccati da Bocci e dagli altri indagati per favorire alcuni candidati, anticipando loro le domande che gli sarebbero state rivolte. Il procedimento che si è aperto oggi è uno stralcio di quella indagine, nella quale all’ex parlamentare viene contestato il reato di abuso d’ufficio, mentre per il processo odierno l’accusa è di rivelazione di segreto d’ufficio.

L’inchiesta sui concorsi nella sanità regionale aveva spazzato via la giunta della presidente Marini (indagata anch’essa) facendo cadere il governo regionale con un anno di anticipo. La Procura ha chiuso le indagini in merito a questo filone tre settimane fa.

La Regione Umbria si è costituita parte civile tramite l’avvocato Anna Rita Gobbo per il danno d'immagine arrecato all'Ente. Ammessa la costituzione di parte civile anche "Cittadinanza Attiva regione Umbria" tramite l'avvocato Alessandra Bircolotti e "Unione Nazionale Consumatori Umbria" con l'avvocato Sara Pievaioli.

Gli imputati sono difesi da gli avvocati Nicola Pepe, David Brunelli e Chiara Peparello, Alessandro Diddi, Francesco Falcinelli, Francesco Crisi, Riccardo Leonardi, Franco Libori, Maria Mezzasoma, Diego Ruggeri, Fulvio Carlo Maiorca, Marco Beusco, Delfo Berretti, Flavio Grassini, Luca Gentili, Claudio Lombardi, Manlio Morcella, Roberto Spoldi, Massimiliano Sirchi, Nicola Di Mario, Riccardo Leonardi, Nicodemo Gentile, Antonio Cozza, Manuela Prudani, Lorenzo Filippetti, Edoardo Maglio, Roberto Bianchi, Barbara Mischianti, David Zaganelli, Emilio Bagianti, Fernando Mucci, Chiara Casaglia, Vincenzo Bochicchio, Marco Brambatti, Valeria Passeri, Barbara Di Nicola, Giuseppe Montone, Ilario Taddei, Giuseppe Valentino, Bruna Pesci, Giovanni Spina, Paolo Rossi, Vincenzo Perrone e Pasquale Perticaro.

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