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Cronaca

Bidello sospeso dal servizio: due post su facebook fanno aprire inchiesta su molestie

Il pm Gemma Miliani, dopo aver ascoltato diverse studentesse di una scuola alla periferia di Perugia, ha aperto un fascicolo su molestie e allussioni sessuali pesanti. Tutto procede nel massimo riserbo ma il tribunale ha sospeso dal servizio il collaboratore scolastico

E’ bastato un sito porno visitato fuori dall’orario scolastico (ma utilizzando una struttura dell'istituto) e i commenti postati da due studenti su Facebook per mettere la pulce sull’orecchio alla preside di un istituto tra Assisi e Perugia.L'ipotesi di reato è chiara, la vicenda seria. A finire sotto accusa un bidello  per presunto adescamento e violenza sessuale su minori. Il caso è portato avanti dal pm Gemma Miliani che, in base a quanto è stato raccontato da 6-7 ragazze, ha contestato all’operatore scolastico il reato previsto dall’articolo 609 del codice penale che punisce ogni comportamento volto a indebolire la fiducia del minore di 16 anni al fine di compiere atti di pedofilia o pedopornografia.

L’uomo di 56 anni, sospeso dall’incarico per due mesi in virtù di un provvedimento del giudice Carla Giangamboni, si è avvalso della facoltà di non rispondere. A chiarire la vicenda le studentesse coinvolte che hanno raccontato di palpeggiamenti e continue allusioni sessuali. Allusioni che integrano il reato di adescamento perché volte a ottenere un rapporto sessuale.

Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni del dirigente della polizia postale di Perugia Annalisa Lillini  che metteva in guarda i genitori dai potenziali pericolo di internet, sottolineando come con un semplice click sia possibile adescare giovani ragazze e ricordando i numerosi casi di pedofilia registrati nell’ultimo anno. Insomma nella tranquilla Umbria si sta nascondendo un lupo cattivo che troppo spesso si cela nelle vesti di un bidello o di un uomo che si finge essere un amico tessendo una tela intorno alle sue vittime. È comunque una delle prime volte - come ha riportato anche il quotidiano La Nazione a firma di Erika Pontini - che viene contestato dalla magistratura perugina un reato simile, introdotto in Italia nell’ottobre 2012. Reato che all’estero è conosciuto con il nome di grooming.   Adesso sarà necessario aspettare ulteriori accertamenti per capire cosa sia realmente accaduto in quella scuola e fare così luce su tutta la vicenda.

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