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Cronaca Ponte San Giovanni

Spari intimidatori, minacce ed estorsioni: ecco il clan che terrorizzava il Ponte, tutti i nomi

Oggi si è tenuta la prima udienza preliminare davanti al giudice Gaetano Mautone. Ecco la vicenda e la lunga lista di nomi

Se non fosse scritto tutto nero su bianco su un lungo capo d'imputazione, si potrebbe anche pensare alla rivisitazione in salsa umbra del Padrino diretto da una magistrale Francis Ford Coppola. Ma così, purtroppo, non è. A dimostralo non solo gli atti processuali, ma anche la prima udienza preliminare che si è svolta questa mattina davanti al giudice Gaetano Mautone, durante la quale è stata fissata la data per gli incidenti probatori e per gli imputati che hanno deciso di procede con il rito abbreviato. Una vicenda complicata e dai contorni grotteschi, scandita nel tempo da minacce e atti intimidatori nei confronti di alcuni esercenti della periferia perugina. Ad apparire più volte, nei vari capi d'accusa contestati ai 27 indagati, il nome di Antonio Procopio, parente dello stesso Procopio indagato per l’omicidio di Provenzano e successivamente assolto.

L’uomo, secondo la ricostruzione dei fatti, si sarebbe reso colpevole di alcuni gesti intimidatori ai danni della pescheria “Angolo del pesce”, a Ponte San Giovanni. Il tutto sarebbe nato a seguito di alcuni diverbi legati a questioni di denaro. La compagna dell'imputato, proprietaria di un ristorante, si sarebbe indebitata con la pescheria. Alla richiesta dell'uomo di restituire la somma di denaro dovuta, Procopio sarebbe intervenuto. Travestito con una parrucca bionda, una maschera e un pastrano, avrebbe sparato alcuni colpi di fucile contro la vetrina.

Ma è nel 25 marzo del 2014 che accade un fatto simile. I proprietari della pasticceria Duranti denunciano di essere stati protagonisti di un gesto intimidatorio che, ascoltando le testimonianze sembra essere stato effettuato nelle stesse identiche modalità. Risalire a Procopio risulta essere molto più semplice questa volta. Nelle stessa mattinata l’uomo sarebbe, infatti, entrato nel locale, e dopo aver fatto colazione si sarebbe scagliato contro la commessa della pasticceria, insistendo sul fatto di aver ricevuto in resto dei soldi falsi. La donna, nonostante l'aggressività dimostrata, decide di non cambiare la banconota. Il malvivente irritato dalla reazione, e probabilmente dal fatto di non essere riuscito ad incutere il timore sperato, decide la sera stessa di sparare contro il locale.

Ma dai spari si passa anche a gesti intimidatori decisamente più macabri, come resti di interiora lasciati davanti a un'abitazione. Il tutto compiuto con un unico intento: quello di allontanare una famiglia da Perugia dando loro un ultimatum di tre giorni.

A finire in mezzo alla vicenda, oltre a Procopio, ben 26 persone – Carè Angelo; Giuseppe Affatato; Cerminara Tiziana; Cucci Fortunato; Cucci Pier Luigi; D'Alfonsi Flavio; D'Alfonsi Guido; Dedej Toni; Di Molfetta Pasquale; Ichim Adelusa; Mangialasche Diego; Petrozza Salvatore Saverio; Procopio Gregorio; Raouahi Marouco; Resuli Lulzim; Angelini Mirco; Angelini Monia; Basha Bibil; Krumov Krasimir; Lerose Salvatore; Lucaroni Benedetta; Procopio Salvatore; Cheriet Ammar; Castellani Sara; Conforti Claudio; Conforti Nicola.

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