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Cronaca

ANNO GIUDIZIARIO - Droga e prostituzione vera "cassaforte" dei gruppi criminali. Boom dei furti di opere d'arte

La relazione del procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini: "Carenza di personale del 19% in Procura e l'edificio perde pezzi, con la caduta di intonaco e umidità". Spesi 800mila euro per le intercettazioni

Ottocentoventinove mila euro di intercettazioni, 46mila notizie di reato e relativi fascicoli, indagini antimafia e contro la criminalità organizzata, contrasto allo spaccio di stupefacenti e sostanze dopanti. C’è un po’ di tutto nell’attività della Procura di Perugia, pur a fronte di una carenza di organico del 19% e una sede fatiscente, con tanto di crollo di intonaco accanto alla scrivania di un sostituto procuratore della Repubblica e umidità e freddo al primo piano della palazzina di fronte all’ex carcere. È quanto ha riferito il procuratore (facente funzione) Giuseppe Petrazzini in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Perugia.

“La pianta organica prevede 64 unità di personale amministrativo ad oggi risulta in servizio effettivo, al netto del personale in distacco, n. 52. Ciò determina una scopertura totale di circa il 19% (con un incremento rispetto alla relazione dell’anno passato in cui la percentuale era del 18%) - scrive il procuratore Petrazzini - La sede principale di via Fiorenzo di Lorenzo prosegue nel suo inarrestabile deperimento a fronte della datazione dell’immobile ed a pecche intrinseche allo stesso, tanto da dar luogo, oltre che al crollo di una porzione di intonaco dal soffitto (circa un metro quadro) in prossimità della scrivania di una collega, ad infiltrazioni di acqua al piano terra, umidità e temperature rigide al piano medesimo, solo per limitarci alle più recenti e ricorrenti”.

Per quanto riguarda l’attività di indagine la Procura ha speso 829.114,70 euro per le intercettazioni (226 telefoniche, 31 ambientali e 7 informatiche) per la Procura, mentre la Dda ne ha effettuate 43 telefoniche, 6 ambientali, 1 informatica, oltre a 15 telefoniche per terrorismo, 3 ambientali e 3 informatiche. Effettuate anche 16 intercettazioni preventive e 127 tramite gps.

I reati con più alte percentuale sono quelli relativi al traffico di stupefacenti e in materia tributaria, ma con l’introduzione del Codice rosso sono cresciuti anche i fascicoli e le audizioni di persone offese nei reati di violenza familiare, sessuale e di genere.

La Dda si è occupata di contrastare l’azione dei trafficanti di stupefacenti che si avvale “della manovalanza locale” per lo spaccio su piazza. “Il quadro generale della criminalità nella provincia umbra si caratterizza, essenzialmente, per la commissione di reati qualificabili in termini di “criminalità diffusa”, con particolare riferimento al traffico ed allo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti- scrive il pm Petrazzini - A tale fenomenologia delittuosa, peraltro, si riconnettono quei reati (furti, scippi e rapine in strada) sovente attribuibili soggetti tossicodipendenti”.

Mentre la diffusione dei reati in materia di spaccio e traffico è riconducibile a “sodalizi di matrice nigeriana, tunisina e albanese, che operano in aree differenziate del territorio cittadino, anche se la zona maggiormente interessata dal fenomeno delittuoso è quella circostante la Stazione FS Fontivegge”. albanesi e nigeriani, inoltre, sono dediti alla'ttività di traffico e sfruttamento delle prostituzione, per strada e in appartamento. Droga e prostituzione, quindi, costituiscono una vera e propria "cassaforte" per i gruppi criminali.

Perseguiti anche i “reati predatori” con la scoperta di un gruppo dedito al borseggio e ai furti in auto nel parcheggio dell’ospedale perugino e la “disarticolazione di un gruppo criminale composto da 5 cittadini rumeni responsabili di decine di furti, consumati o tentati, di escavatori, trattori ed altri mezzi d’opera ai danni di svariate aziende del Centro Italia”.

La Procura, tramite i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio, ha seguito anche i furti di oggetti d’arte, spesso in chiese e cimiteri poco custoditi, ma anche il fenomeno della contraffazione di opere di artisti contemporanei. Attività che ha permesso il recupero di 597 oggetti d’arte tra beni antiquariali, librari, archivistici e 1.410 reperti archeologici (“per valore complessivo degli oggetti recuperati e/o sequestrati è stimato in circa 261.870 euro (non è compreso nella stima il valore che le opere false, se certificate quali autentiche, avrebbero assunto nel mercato))”; la denuncia in stato di libertà di 47 persone.

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