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Omicidio Bellocchio, il marito assassino parla della moglie: "Per me era tutto: dipendevo da lei"

L'uomo, dopo il delitto, confessò subito di aver ucciso la moglie Raffaella Presta nella loro villa situata in via Bellocchio

Testa bassa. Manette ai polsi. Viso consumato. Francesco Rosi si è presentato in aula con gli occhi rivolti verso il vuoto. Ha percorso il corridoio scortato dalla polizia penitenziaria. Un cammino breve, quello che lo separava dall'entrata secondaria all'aula. Oggi si è tenuto l'incidente probatorio per stabilire se è in grado o meno di sopportare la vita carceraria, dopo i due tentativi di suicidio commessi all'interno della casa circondariale di Capanne.

La perizia - E' nelle pagine scritte dai medici che appare la personalità del killer e il suo legame con la vittima. “all'età di ventuno anni conosce la Presta. La figura di quest'ultima viene descritta come estremamente importante. Rosi pone in risalto sentimenti tuttora appartenenti indicativi di un forte coinvolgimento emotivo che denotano, comunque, un legame di marcata dipendenza psicologica”. Ai medici Sergio Scalise Pantuso e Alessandro Perazzi avrebbe detto: “Io dipendevo completamente da mia moglie. Senza di lei non sono più nulla non sono capace di prendere decisioni da solo”. Rosi appare, quindi, completamente cosciente di quanto successo. Il suo comportamento, affermano i medici nella relazione, è in parte alterato dalla convinzione che gli possano alterare il cibo con principi letali. Ed per questo che Francesco Rosi ha deciso di prepararsi ogni pietanza da solo.

Il delitto - L'uomo, dopo il delitto, confessò subito di aver ucciso la moglie Raffaella Presta nella loro villa situata in via Bellocchio. Dal racconto emerse una burrascosa situazione familiare. Una quotidianità scandita dalle numerosi liti, ma non solo. Dall'esame autoptico effettuato sul corpo della vittima, emerse infatti che l'uomo picchiò più volte la moglie, sfondandole in un caso specifico il timpano. Un omicidio che non trova ancora spiegazione, se non nelle poche parole ammesse da lui. Francesco Rosi, in quel pomeriggio maledetto, perse la testa. Si recò in camera, presi i fucili che si trovavano sotto il letto matrimoniale e fece fuoco contro Raffaella. Un omicidio a sangue freddo. A scatenare la follia fu una frase pronunciata dalla donna. Ma questo rimane ancora tutto da accertare, come del resto appare ancora poco chiaro se si trattò o meno di un omicidio premeditato.

 

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