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Cronaca

Manifesti delle sagre imbrattati e strappati: attivista vegan condannata e scatta il ricorso in appello

La donna era stata sorpresa da una pattuglia della Polizia locale in borghese con le bombolette spray in mano

Beccata ad imbrattare i manifesti delle sagre con scritte offensive o che inneggiano alla causa “vegan”. Una perugina è stata condannata a 9 mesi di reclusione, con pena sospesa, e adesso si presenta in appello per una riduzione o l’assoluzione.

Che sia la sagra dell’agnello o della lumaca, dello stinco o del maiale intero, come della porchetta o del pesce di lago, non c’è cartello che non sia stato toccato dalla vernice spray con frasi del tipo “mostri”, “assassini”, “fate schifo”, “mer…” e via dicendo. Sotto il colpi della vernice è finita anche la sagra del tartufo, ma non si capisce perché.

La donna era stata vista vergare le scritte da alcuni agenti della Polizia locale di Perugia durante un servizio di controllo del territorio in abiti civili. Una vecchia conoscenza, già denunciata per danneggiamento e imbrattamento di altri cartelloni di sagre. Era stata sorpresa ad imbrattare la cartellonistica pubblicitaria di alcune sagre paesane regolarmente apposte lungo la pubblica via. Segnali che apparivano anche strappati in più punti con relativi brandelli di carta lasciati a terra. Era scattato il sequestro delle bombolette e la denuncia.

In primo grado la condanna a 9 mesi (pena sospesa), adesso la donna, difesa dagli avvocati Fulvio Carlo Maiorca e Anna Giulia Arena, si presenta davanti ai giudici di appello per un nuovo giudizio.

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