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Cronaca

IL CASO Riabilitazione respiratoria, questa sconosciuta... anche dopo gli effetti rovinosi del Covid

Cosa fare? Sono tanti i cittadini ipossiemici, vittime di gravi postumi respiratori legati all’infezione polmonare

Riabilitazione respiratoria, questa sconosciuta. Cosa tanto più grave oggi, dopo gli effetti rovinosi del covid. Cosa fare? Sono tanti i cittadini ipossiemici, vittime di gravi postumi respiratori legati all’infezione polmonare che ha colpito, più o meno gravemente, vasti strati della popolazione. Ma nessuno sembra prendere il toro per le corna, cercando di ovviare agli inconvenienti di questo tipo. Circostanza tanto più inaccettabile dopo che, in casi di infezioni contratte sul luogo di lavoro, sono stati riconosciuti a carico dell’INAIL gli oneri conseguenti. Cosa poco nota, se non sconosciuta, a non pochi operatori del settore sanitario.

In cosa consiste il percorso di recupero? Andare ben oltre il soffio per provocare bolle in un recipiente d’acqua o la sforzo per far alzare la pallina. “Si tratta, invece, di attuare procedure strutturate, valendosi di macchinari ad hoc, con la presenza, vigile e costante, di un sanitario che guidi, orienti, assista il paziente senza lasciarlo mai solo”, dice un operatore di settore.

“Certo: tutto questo ha un costo, ma richiede soprattutto organizzazione – aggiunge – ma l’INAIL non si tira indietro. Spetta alla sanità regionale organizzare, prevedere e provvedere”. Risulta che nel pubblico poco si faccia. D’altronde, i reparti pneumologici hanno subìto negli anni un drastico ridimensionamento, per una serie di ragioni. Sconfitta da decenni la Tbc (che riemerge solo attraverso l’immigrazione da Paesi extraeuropei), disponendo di farmaci di provata efficacia, i posti letto sono stati ridotti al lumicino, con scarsa lungimiranza e nell’ottica esclusiva del risparmio.

Fra i privati, però, si attivano iniziative sul versante delle terapie respiratorie. Anche a Perugia, in un noto istituto fisioterapico, è operativa e funziona questa esperienza. Secondo le linee guida individuate dall’AIRIR (Associazione riabilitatori dell’insufficienza respiratoria) e AIFI (associazione Italiana fisioterapisti). In un’ottica interdisciplinare, come consigliato da esperti di settore. Cosa si aspetta ad avvalersene o a prendere ad esempio iniziative di questo genere?

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