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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Guerra Russia-Ucraina, la Procura generale di Perugia nega l'estradizione di un cittadino ucraino presunto truffatore

L'uomo avrebbe sottratto 400mila euro ad una fondazione di Mosca, ma la battaglia in corso fa temere "trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona"

La Russia chiede l'arresto di un cittadino ucraino per una presunta sottrazione di fondi, ma la Procura Generale di Perugia ha accolto la richiesta dell’Ufficio per la cooperazione giudiziaria internazionale del Ministero della Giustizia, di revoca della misura del divieto di espatrio disposta a carico di un cittadino ucraino ed ha ordinato la restituzione a quest’ultimo del passaporto e degli altri documenti eventualmente a lui ritirati.

Il cittadino ucraino era stato arrestato in data 20 ottobre 2021 a seguito della richiesta di estradizione della Federazione russa sulla base di un mandato d’arresto del 27 ottobre 2017, in quanto l’autorità russa contesta al cittadino ucraino che, quale direttore di una fondazione, nell’agosto 2011 si è appropriato indebitamente ed ha sottratto fondi per una somma di 28.723.405 rubli russi (pari a 400.000 euro circa) sul proprio conto corrente, con il pretesto di pagare un contratto mai effettivamente siglato.

A seguito dell’arresto, la Corte d’appello aveva all’epoca determinato la rimessione in libertà del cittadino ucraino, con applicazione della misura del divieto di espatrio e ne aveva disposto il ritiro del passaporto.

Ora la Corte d’appello ha rilevato che in base alla Convenzione europea di estradizione del 1957, l'estradizione non può essere concessa se la Parte richiesta ha motivi seri per credere che la domanda di estradizione motivata per un reato di diritto comune è stata presentata con lo scopo di perseguire o di punire un individuo per considerazioni di razza, di religione, di nazionalità o di opinioni politiche, o che la condizione di questo individuo rischi di essere aggravata per l'uno o l'altro di questi motivi.

Per l’effetto, prosegue la Corte d’appello, gli sviluppi della drammatica situazione riguardante l'Ucraina e gli attuali rapporti tra la Federazione Russa e l'Ucraina inducono a ritenere sussistente e concreto il rischio che, in caso di estradizione, il cittadino ucraino, possa essere sottoposto, in ragione dello status di cittadino ucraino, a trattamenti contrari ai diritti fondamentali della persona.

Di conseguenza, in accoglimento della richiesta del Ministero di Giustizia e su conforme parere della Procura Generale perugina, la Corte d’appello ha disposto la revoca della misura del divieto di espatrio

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