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Cronaca Gualdo Tadino

L'autunno freddo si avvicina. La più grande fabbrica di ceramica non riaccende i forni. "Gas alle stelle". in 200 costretti a vivere a 700 euro

La Saxa di Gualdo Tadino non riapre e spera nel progetto di un biodigestore per un metano auto-prodotto. Serve una svolta nelle politiche energetiche a tutti i livelli

E' soltanto la punta di un ice-berg. E' solo una delle tante fabbriche in difficoltà. Senza parlare di ristoranti, forni, pizzerie, alberghi che hanno ricevuto in questi giorni bollette luce-gas triplicate a fronte di una crisi dei consumi e degli strascichi pesanti ancora della pandemia, non debellata completamente. L'incubo autunno al freddo e senza lavoro è rappresentato oggi da una delle più importanti aziende settore ceramica dell'Umbria: la Saxa Gualdo spa (un tempo Tagina). Oltre 200 lavoratori già da inizio estate in cassa integrazione - che rappresenta una parte di una stipendio non già altissimo - e ci resteranno perchè l'azienda non può permettersi di produrre con forni alimentati da un gas caro più dell'oro per via di una speculazione assurda e di uno scarso sostegno messo in campo prima e ora dal Governo, complice le elezioni in corso.

“Il presidente Francesco Borgomeo - riferiscono in una nota sindacale - ci ha spiegato che se il prezzo del metano resterà intorno ai 3€ al metro cubo la ripresa delle attività produttive sarà impossibile. Pertanto, è necessario proseguire a vista, ed utilizzare la cassa integrazione fino a che il prezzo della materia prima non scenda a condizioni accettabili (per il presidente Borgomeo può essere tra 1€ e 1,50€)". Non si chiude, ma si naviga a vista e si spera in una bolletta più leggera. La certezza: con questi prezzi non si possono accendere i forni. La Saxa ha presentato anche un progetto per fare un impianto per produrre energia autonoma dai rifiuti. Un progetto per sopravvivere e dare un futuro ai 200 lavoratori. Ma i tempi sono lungi e le normative complesse anche se il nuovo piano dei rifiuti dell'Umbria finalmente apre a termovalorizzazione e altre forme di chiusura del ciclo.

Filctem Cgil e Femca Cisl, insieme alla Rsu, hanno ribadito come oggi più di ieri sia "fondamentale che tutte le aziende e in particolar modo Saxa Gualdo investano sulle fonti di energia rinnovabil”. Questo per Saxa significa procedere "in tempi rapidi" alla esecuzione del progetto già presentato nel piano industriale del 2018, che prevedeva la installazione del biodigestore (che una volta in funzione garantirebbe il 50% del metano necessario).

“In attesa che a livello europeo e nazionale venga imposto un tetto al costo del metano per garantire l’immediata ripresa delle produzioni - afferma Euro Angeli della Filctem Cgil di Perugia - abbiamo chiesto all'azienda di avviare un tavolo di confronto con le istituzioni locali, Regione e Comune, per procedere alla realizzazione del biodigestore in maniera rapida, rispettando tutti i parametri di sicurezza ambientale e garantendo la salute e l’occupazione a lavoratori e cittadini". Le aziende chiedono di poter lavorare e di poter investire in energia alternativa. Mai come in questo in momento è fondamentale fare una svolta nelle politiche energetiche. Il rischio è quello di chisure e dissocupazione di massa. 

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