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Cronaca

Giornata nazionale del dialetto: "La salvezza delle lingue locali dipende da te"

L'intervista al direttore del Centro di documentazione della poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino”: "Un patrimonio da non disperdere"

Oggi, 17 gennaio, è la giornata nazionale del dialetto. Ne parliamo con Vincenzo Luciani, direttore del Centro di documentazione della poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino”. Prendiamo spunto dalla riproposta di un suo articolo del 2012, pubblicato sulla rivista dell’Unpli “Arcobaleno d’Italia”, intitolato: “La salvezza dei dialetti d’Italia dipende da te”. Nello scritto si annunciava sia l’istituzione del premio “Salva la tua lingua locale” che il lancio della Giornata nazionale per la salvaguardia delle lingue locali d’Italia il 17 gennaio di ogni anno e nella quale egli è fortemente impegnato con varie iniziative.

Come si salva il “granaio locale dei beni immateriali”?

“Con azioni concrete quali: raccolta di libri in e sui dialetti, testimonianze video ed audio, convegni, rappresentazioni teatrali, letture pubbliche di poesia, giochi di strada, raccolta partecipata di vocaboli, proverbi e modi di dire, toponimi, soprannomi, canti, filastrocche, racconti e lavori teatrali, testi poetici, supporti audio-video …”.

Insomma, un patrimonio immateriale imprescindibile?

“Occorre fare un passo deciso in direzione della difesa delle tradizioni popolari e del patrimonio immateriale, quale quello costituito dai dialetti, estremamente più fragili e deteriorabili delle pietre, dei marmi, dei monumenti e dei beni artistici e naturali”.

Ma qual è la linea d’azione per vincere l’omologazione linguistica e culturale?

“Si tratta di operare un salvataggio di frammenti, di tessere scampate ad una distruzione sempre più devastante. Ci si muove, insomma, in un terreno franoso in cui molte nostre lingue locali sono destinate a soccombere. Da qui la necessità di recuperare il patrimonio prezioso delle lingue locali, prima che esse scompaiano”.

Rischi?

“Dopo aver raggiunto l’unità linguistica nazionale (ormai tutti parlano italiano), dobbiamo dedicare più attenzione alle lingue locali di ogni parte d’Italia, sempre più dimenticate dalla maggioranza dei nostri connazionali”.

Come fare?

“Innanzitutto, dobbiamo essere capaci di fare rete. Internet può consentire di allestire vocabolari partecipati e strutturati. In ogni comune, con modeste risorse, si potrà recuperare, parola per parola, ciò che del dialetto è ancora rimasto e che è indispensabile conservare. Come si fa per il patrimonio artistico e ambientale”.

Linee d’azione?

“Lavoreremo per consolidare la rete degli appassionati dei dialetti in tutta Italia.  Ma il dialetto non dovrà essere un tema solo “per vecchi”. Per questo è necessario stabilire un ponte con le Università e consolidare la cooperazione, coinvolgendo professori e studenti, con studi e convegni sui dialetti, tesi di laurea, letture poetiche”.

E la scuola?

“Un’altra iniziativa alla portata delle nostre risorse è quella di proporre la lettura della poesia dialettale nelle scuole o la scrittura di brevi testi di poesia o di prosa in dialetto e la riproposizione di giochi di una volta. Educazione sentimentale, riscoperta delle radici e conservazione del bilinguismo ne sarebbero gli indiscutibili vantaggi”.

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