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Cronaca

Giornata mondiale degli Ufo, il racconto: "Quella volta che i perugini li andarono a cercare a Monte Tezio"

Quella volta che i perugini aspettarono gli Ufo a… Monte Tezio. In occasione della Giornata mondiale degli Ufo (2 luglio), il pictor optimus Franco Venanti racconta un’avventura memorabile

Quella volta che i perugini aspettarono gli Ufo a… Monte Tezio. In occasione della Giornata mondiale degli Ufo (2 luglio), il pictor optimus Franco Venanti racconta un’avventura memorabile, fra aspettative e delusioni. Nel suo “Quei giovani degli anni ’50” (Morlacchi 2013) riferisce che il 24 giugno 1947 il pilota statunitense Kennetth Arnold  comunicò alla torre di controllo di aver intercettato strani oggetti luminosi. Da lì sarebbero nati una serie di avvistamenti più o meno credibili.

Racconta Venanti: “Anche a Perugia non mancavano gli ufologi che scrutavano il cielo con potenti telescopi”. “Così – prosegue – insieme al vecchio avvocato Annibale Brugnola e un gruppo di curiosi, effettuammo una spedizione in pullman sul Monte Tezio, per incontrare questi “diversi” abitanti dell’Universo”. “Mentre la tramontana sferzava la faccia, fu installato un telescopio di fabbricazione autarchica e la comitiva si mise ad osservare la volta stellata”.

Per l’arrivo degli Ufo, c’era da aspettare la mezzanotte (chissà perché, proprio l’ora delle streghe?). “La mezzanotte arrivò e, intirizziti dal freddo, ci spostammo verso alcune rocce sporgenti, in attesa degli  extraterrestri”. “L’entusiasmo e la curiosità erano alle stelle, quando un lampo di luce illuminò le querce, grigie e spoglie, che si stagliavano come fantasmi ai margini del bosco”.

Poi un grido: “Guardate là!”. Qualcuno pensò che l’incontro fosse prossimo, quando ai fasci di luce seguì un rombo. Una signora perse i sensi, diversi “arditi” si sentirono male. L’incontro ravvicinato del terzo tipo lasciò tutti di stucco. “Difatti, a un certo punto, la luce si affievolì e comparve una vecchia jeep anglo-americana con a bordo due agenti della Guardia Forestale che cominciarono a fare domande e ci invitarono a rispettare le norme in materia di patrimonio boschivo”.

I due agenti portarono soccorso, con l’aiuto di due medici, agli ospiti scioccati e per quella signora si ipotizzò il Pronto Soccorso, ma intanto venne calmata con dei sedativi. “Infreddoliti e delusi – conclude Venanti – risalimmo sul pullman verso le due di notte. Ma (a parte la latitanza degli extraterrestri) quell’esperienza mi consentì di riflettere su temi di carattere cosmico e storico-religioso”.

È certo che Franco Venanti e i suoi amici, da allora, non hanno più cercato gli Ufo a Monte Tezio.

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